C’era una volta, dal regno di molto lontano…
Dal regno del politicamente corretto, in questi ultimi giorni, è stata pubblicata la notizia “ad alta priorità” che il caro erede dell’Uomo Ragno, cioè il figlio di Spiderman senior, sarà coinvolto in una love story arcobaleno nel prossimo fumetto in uscita a Novembre. Si vocifera che il giovane ragnetto si innamorerà di un giornalista, definendosi così bisessuale nella sfera LGBTQ+.
La storia si ripete perché si sa che proprio le anime, i comics, i protagonisti dei cartoni animati sono diventati strumento preferito per l’ideologia gender. Perché? Perché il pubblico a cui si rivolgono è molto ampio e vario, sono destinati a diverse classi di età, soprattutto nel bacino dell’infanzia e dell’adolescenza. Lettori o spettatori in fase di sviluppo, in cui il cervello è certamente una spugna assorbi tutto. Una mente plasmabile, dunque, in cui se anche uomo ragno bacia un suo amico, che male c’è?
Sono già molteplici i remake di classici cartoni che tra le tante novità, di cui narrative, sono state apportate modifiche “pride”. In Cenerentola targata Amazon Prime, la cara Cenerella è aiutata da una “fata madrina” sui generis: un uomo afroamericano esplicitamente omosessuale, travestito da donna. Per non parlare di La “Bella e la Bestia” su Disney in cui il garzone LeTont è segretamente innamorato dell’antagonista Gaston, il bello e impossibile.
Altro è il fenomeno del blackwashing, cioè personaggi storicamente bianchi, icone classiche che nell’evoluzione del personaggio diventano attori di colore. Il grande “Lupin” di Netflix, sarà un Lupin black, in cui la storia è stravolta dal politicamente corretto. Discorso riletto anche per la principessa degli abissi Ariel, nel nuovo film la protagonista non avrà la pelle diafana né tanto meno i capelli rosso fuoco, ma sarà una sirenetta delle Barbados con tutte le caratteristiche autoctone.
Si tratta, certamente, di un cambio di prospettive e di priorità, ma che volontariamente celano il vero “succo della storia”, la vera morale che per anni ha accompagnato grandi e piccini davanti alla tv o ancora meglio nella lettura serale. Si cede il passo alla morale politica. La crescente e costante attenzione verso i criteri di inclusività, che si riflettono in tantissimi aspetti della vita, ha portato non pochi a coniare l’espressione “dittatura del politicamente corretto”, ovvero quell’orientamento all’utilizzo di un linguaggio inclusivo, forzato, volto al rispetto delle minoranze e delle differenze di genere fino ad arrivare alla cancel culture, cioè cancellare o censurare opere letterarie o cinematografiche del passato, in quanto “ritenute portatrici di valori antagonisti al senso comune”.
Si eliminano le icone, le opere letterarie e artistiche che hanno avuto successo anche per le loro caratteristiche intrinseche, fenomeniche, fisiche. Si elimina il comportamento corretto ed onesto impersonificato dalle persone. Se si parla della fata madrina di Cenerentola, è nell’immaginario collettivo ricondurla immediatamente all’immagine di una nonnina premurosa e così per tanti altri personaggi. Invece, per i soliti noti non va bene, l’importante è l’apparenza di questi personaggi e “chissene” se non sono baluardi di moralità.
“Hanno ucciso l’uomo ragno” e con lui tutto il bello, il buono della semplicità che questi personaggi trasmettevano. Sta a noi non farli dimenticare ai nostri bambini e a far loro capire la verità.
Nel mio percorso studio ho approfondito e analizzato le grandi tematiche, attualissime, della povertà energetica e gli indicatori di Good Governance che regolano il buon andamento delle istituzioni.
Il mio motto: “Sapere Aude!”, ovvero abbi il coraggio di conoscere; o meglio ancora: abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!