Lunga vita ai sogni!
Santa Maria Novella è uno dei primissimi monumenti di Firenze che i turisti che arrivano nel capoluogo toscano possono ammirare una volta giunti nell’omonima stazione ferroviaria. Sul sagrato di questa chiesa, lo scorso sabato, si potevano ammirare numerosi ragazzi provenienti da varie zone della Penisola, alcuni dalla stessa Firenze, riuniti in un rispettoso e commovente silenzio. Avvicinatisi al sagrato, sembrava quasi di sentire gli echi lontanissimi delle risate di giovanissimi fiorentini che su quegli scalini vennero fucilati nel lontano 1944: sono i franchi tiratori. Coloro che, nonostante la giovanissima età – i più avevano tra i 14 e i 16 anni- si presentarono davanti ai loro aguzzini ridendo e schernendoli poiché coscienti di aver dato tutto sé stessi per la loro amata Firenze e per la Patria, ormai destinata a sconfitta certa. Coloro che, l’11 agosto 1944, non accolsero l’entrata in città delle truppe alleate con baci e abbracci in cambio di sigarette e cioccolata, ma diedero loro il benvenuto con il piombo, resistendo per ben due settimane. L’eroica vicenda dei franchi tiratori fiorentini, ben raccontata da Curzio Malaparte nel suo libro “La pelle” (1949), si concluse con la giustizia sommaria dei partigiani sul sagrato della chiesa di Santa Maria Novella, proprio dove sabato si potevano osservare i giovani raccolti in un profondo silenzio.
Sono i giovani di Lealtà Azione i protagonisti di una giornata indimenticabile in una Firenze baciata da un sole particolarmente caldo, quello stesso calore che irradia i cuori alati di questi ragazzi: un uomo dotato di un cuore alato può solo alzarsi e volare.
Giovani che si emozionano al toccare con le proprie mani i fori dei proiettili che hanno spento le vite dei giovani franchi tiratori, giovani che si commuovono nell’abbracciarsi a piazzale Michelangelo ammirando quell’immenso capolavoro della stirpe italica che è Firenze.
Del resto un grande sogno- così come detto sul sagrato di Santa Maria Novella- non può che basarsi su delle solide fondamenta: quale migliore esempio dei franchi tiratori fiorentini per lanciare l’ultimo assalto- ma quasi sempre il penultimo- ad un mondo sempre più alla deriva?
Liutprando sono proprio io. Con un nickname così non posso che essere di Pavia, dove vivo e lavoro da diversi lustri. Sono appassionato di calcio, musica rock e metal, libri, birra e cibo. E ovviamente, può capitare che troviate il mio regale nome a firma di qualche pezzo qui e là su questa testata, per la quale mi onoro di scrivere da diverso tempo.