Martiri senza pace
L’ignoranza più becera offende ancora i martiri delle foibe. Sulla scia di quanto successo a Genova poche settimane fa, stavolta è Firenze a dover fare i conti con l’ennesimo gesto vile. Un paio di notti fa, nel capoluogo toscano, qualche perdigiorno ha pensato bene di recarsi a Largo Martiri delle Foibe e, armato di bomboletta spray nera, di scrivere “rivincita” sopra la targa toponomastica. Nell’oscurità, a qualcuno piace sputare sui morti di una delle pagine più dolorose della nostra storia. Non gli va neppure giù che si ricordino. Invoca, come in questo caso, una “rivincita” schernendo nella maniera più becera e vigliacca quelle migliaia di vittime, barbaramente uccise solo perché italiane, e le loro famiglie. E se i politici fiorentini che hanno condannato quel gesto sono stati pochissimi, nessuna parola è arrivata dal sindaco e dalla sua amministrazione.
E il problema è proprio qui: finché questi gesti odiosi saranno anche minimamente tollerati, ecco che saranno destinati a ripetersi. Come si può inoltre accettare che ogni anno, intorno al 10 febbraio, Anpi e compagnia cantante facciano opposizione alle manifestazioni in memoria dei martiri delle foibe con comunicati di condanna e manifestazioni autorizzate in cui si continua ad agitare la banderuola antifascista? Ecco. Quei martiri italiani del regime titino non furono vittime perché fascisti – tra loro ci furono bambini, donne e uomini di ogni estrazione e appartenenza – ma, appunto, perché italiani. Si insegni in ogni scuola, si ricordi in ogni istituzione. La tolleranza sia zero per chi nega e irride quel tragico dolore.
Nato, cresciuto, vivente in Italia. Coniugando idee e scrittura. Il politicamente corretto non abita qui.