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La pedofilia. Una piaga da prendere a calci

Partecipazione, numerosissima. Divertimento, quanto serve. Informazione, quanto mai necessaria visti i tempi. In fondo, la giornata che…ti aspetti. 15 anni di “Un calcio alla pedofilia”, tra le maggiori iniziative comunitarie organizzate da Bran.co Onlus nel corso della stagione, caratterizzati dal solito, puntuale successo in termini di presenze e di visibilità pubblica. Nemmeno i venti di tempesta soffiati ad un certo momento del pomeriggio hanno offuscato la festa dedicata alla tutela dell’infanzia e alla difesa della vita umana nella sua unicità.

Un’edizione, quella svoltasi anche quest’anno presso il centro sportivo dell’A.C. Milanese Corvetto, che pare assumere connotazioni particolarmente significative e, in un certo senso, drammatiche: non solo per aver avuto luogo all’uscita del tunnel pandemico le cui ricadute psicosociali, in specie sui nuclei famigliari, saranno ancora tutte da verificare nel medio-lungo periodo, ma anche per la crescente “popolarità” assunta dal fenomeno stesso della violenza sui minori. Una miriade di dati oggettivi e documentali, infatti, sta a dimostrare come la pedofilia sia ormai lanciata sulla strada della normalizzazione attraversando spedita tutte le varie fasi della finestra di Overton per divenire, nella percezione diffusa, al pari dell’omosessualità, una mera forma del comportamento sessuale.

Pare incredibile ritrovarsi oggi, nella sorpresa della larga maggioranza della pubblica opinione, a organizzare manifestazioni e iniziative come pure un semplice torneo di calcio la cui importanza ha via via conosciuto, edizione dopo edizione, un tale incremento. Perchè il tema non è più tabù per una crescente fetta della società civile. Perchè sempre più forti sono le pressioni di multinazionali e di grandi “poteri invisibili” affinchè un certo modello di convivenza sociale e una certa concezione degli stessi rapporti tra persone si affermino definitivamente, con buona pace dei limiti morali che tutto ciò dovrebbe implicare.

Ecco quindi come da qualche anno dare “Un calcio alla pedofilia” non costituisca più ormai soltanto un isolato atto di testimonianza di una comunità attenta al sociale e all’aiuto del prossimo, ma il grido di allarme lanciato dalle ultime luci di speranza di un mondo da tempo immerso nel buio più tetro.

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