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Referendum 12 giugno: 5 volte SI’ per una giustizia giusta

| Redazione |

Abolizione del decreto Severino, la limitazione del ricorso alle misure cautelari, separazione delle carriere all’interno della magistratura, equa e non autoreferenziale valutazione dei magistrati alla quale devono partecipare anche i membri laici dei Consigli Giudiziari (e non solo i magistrati), riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che con l’abolizione dell’obbligo di raccolta delle firme apra l’organo dell’autogoverno della magistratura a sensibilità diverse da quelle delle correnti storiche.

Questi sono i quesiti referendari sui quali domenica 12 giugno i cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi. Nella totale censura della televisione di Stato e nel boicottaggio da parte del Governo (a tradizione Partito Democratico) all’opinione pubblica pare non essere giunta alcuna delucidazione né sui contenuti della consultazione, né sull’importanza dell’argomento. Si tratta di battaglie che se vincenti sulla spinta del voto popolare possono riportare la nostra Nazione su un piano di reale separazione dei poteri dello Stato e di civiltà giuridica, dopo che per anni da un lato il protagonismo della magistratura ha stravolto il voto popolare (le recenti inchieste che vedono imputato Matteo Salvini ne sono una dimostrazione) e dall’altro una visione giustizialista contrastante con il principio di non colpevolezza ha portato innocenti in carcere distruggendo vite e reputazioni. Rispetto ai periodi storici passati in cui la tematica della Giustizia Giusta venne posta (pensiamo gli anni di Tangentopoli), oggi gli Italiani dovrebbero avere più di una ragione per sostenere le esigenze di riforma della Giustizia.


Nell’esporre i motivi della scelta di campo una breve analisi e schematica analisi dei quesiti referendari permette di ritenere che:

  • l’ ABOLIZIONE DEL DECRETO SEVERINO porrà fine alla violazione della presunzione di innocenza di sindaci e amministratori locali e fermare l’intrusione giudiziaria nella vita politica;
  • l’idea di porre LIMITI ALL’ABUSO DELLE MISURE CAUTELARI impedirà che dietro il generico pericolo di reiterazione del reato vengano privati e limitati nella libertà personale cittadini innocenti;
  • la SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI delineerà una netta distinzione tra le funzioni di Giudice e di Pubblico Ministero fin dalla fase iniziale della carriera professionale del magistrato;
  • la PARTECIPAZIONE DI AVVOCATI E DOCENTI UNIVERSITARI ALLA VALUTAZIONE PROFESSIONALE DEI MAGISTRATI porrà fine ad un meccanismo autoreferenziale che vede la sola componente togata dei Consigli Giudiziari avere voce in capitolo;
  • l’ ABOLIZIONE DELL’OBBLIGO DI RACCOLTA FIRME PER LA CANDIDATURA NEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA può costituire un primo passo per abbattere il fenomeno delle correnti interne al potere giudiziario, spesso indice più di politicizzazione che di differente visione della funzione giudiziaria.

Per ulteriori approfondimenti: https://www.referendumgiustiziagiusta.it/

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