Gli occhi sempre verdi di Gim
C’è una bellissima canzone identitaria dedicata ad un Grande della Storia che recita le seguenti parole:” un uomo dotato di un cuore alato può solo alzarsi e volare”. Ci si riferisce ad Alessandro Magno, ma sono parole che possono essere benissimo usate per un uomo simbolo di un’epoca molto più recente e che ci riguarda da vicino: Ettore Muti, morto in circostanze mai chiarite proprio il 24 agosto del 1943. Un eroe, oseremmo dire. Se per Eroe noi possiamo definire un combattente puro, un uomo che incarna l’immagine del cavaliere senza macchia e senza paura che si getta nella lotta con pazza temerarietà rischiando il tutto per tutto e realizzando imprese militari di eccezionale valore, allora è proprio il caso di dire che “Gim” (nomignolo preso dal suo fumetto preferito a cui D’Annunzio, a Fiume, aggiunse “dagli occhi verdi”) rappresenti davvero l’ultimo eroe italiano.
Eroe dimenticato, certo. Perché fascista. E quindi volutamente dimenticato dalla dominante cultura di sinistra in Italia, escluso per decenni da qualunque menzione, riferimento, ricordo o celebrazione da parte dei mass-media. Potrebbe uno che è stato fascista incarnare valori positivi? Certamente no. Potrebbe un uomo che è stato addirittura Segretario del PNF essere ricordato come il più valoroso soldato italiano del ventesimo secolo e per avere incarnato gli ideali di un’intera generazione? Ma quando mai? Dagli del fascista! Cosa importa se era un uomo di eccezionale valore, cosa importa se ha realizzato imprese uniche, cosa importa se mai si macchiò di gravi colpe?
Un giovane capace di falsificare i documenti pur di servire la Patria nella Prima Guerra Mondiale ed il cui cuore ha subito sviluppato delle grandi ali che gli hanno fatto spiccare letteralmente il volo nei cieli d’Africa e d’Europa. Un uomo d’azione e poco incline ai compromessi: ogni altra parola per “Gim” sarebbe superflua poiché le sue imprese audaci e le sue decorazione parlano per lui.
Seppure morto, gli occhi verdi continuano a brillare.
Liutprando sono proprio io. Con un nickname così non posso che essere di Pavia, dove vivo e lavoro da diversi lustri. Sono appassionato di calcio, musica rock e metal, libri, birra e cibo. E ovviamente, può capitare che troviate il mio regale nome a firma di qualche pezzo qui e là su questa testata, per la quale mi onoro di scrivere da diverso tempo.