Italia, “ho un video per te”
In queste ultime settimane, a seguito della dipartita di Silvio Berlusconi a reti e testate unificate, i giornalai di quartiere si sono chiesti quale sia l’eredità spirituale (?) del Cavaliere. E chiaramente per una quindicina di giorni l’ormai vecchio conflitto scoppiato nell’Europa Orientale vive una tregua mediatica che poi, nel grande pubblico generalista, diventa fattuale.
Berlusconi è stato tante cose, utili e inutili, e certo non vale la pena disquisirne in questa sede; ma ovvio è che Berlusconi ha fondato il più grande player tele-editoriale del Paese: Mediaset. Le tre reti dello spettacolo colorato, nudo, edonista, malinconicamente attaccato agli anni ’80 fin dagli anni…’80.
E qui, noi, possiamo rintracciare la sua eredità: riassumibile nelle disarmanti prime puntate di Beautiful, fino alla totale, prevedibile degenerazione: Temptation Island.
Perché il berlusconismo non ha a che fare con la politica, che rimane una cosa seria, ma con l’idea di Paese che in questi decenni ha permeato il sentire comune, non disgregando il sistema di valori che doveva garantire coscienza morale, etica e politica delle generazioni che con Berlusconi sono cresciute, ma semplicemente portando alla luce, esaltando e mettendo sul piatto ciò che in fondo buona parte del Paese era già.
Temptation Island in fondo, è proprio l’esemplificazione plastica di questo sentimento: coppie a bassa scolarizzazione che si dicono in crisi per questioni legate spesso a gelosie reciproche, messaggi sul cellulare indicativi di tradimento, problemi di comunicazione basati sulla evidente incapacità di parlare, si mettono il costume da bagno e si dividono, in maschi e femmine, come ai campi scuola della parrocchia ma hard, sottoponendosi volontariamente alle lusinghe e agli ammiccamenti di sedicenti single dell’altro sesso, con lo scopo di mettere alla prova la robustezza del loro sentimento.
Come nemmeno i cani al canile, messi in gabbia ad aspettare la monta.
Per circa 8 settimane questi stanno a prendere il sole e a farsi massaggiare i piedi da sconosciuti, per poi trasmettere una volta a settimana gli incontri di coppia al focolare, e il pubblico, il conduttore diventano un incontro di psicoterapia di gruppo, non tanto per la coppia ma quanto proprio, per tutti. I sentimenti sono solo ascolti, le relazioni si misurano sulla capacità di rimanere fedeli sotto apposita sobillazione. L’amore, la condivisione dei valori, la progettualità della famiglia, il sentimento profondo che unisce e che crea le radici della società, tutto questo, sembra essere dissonante, lontano, chiaramente inconciliabile.
Inutile dar merito al Berlusconismo per aver dato iniziazione al disgregamento dei valori di questa Italia, ne è solo stato il raccoglitore, l’acceleratore e se si vuole, il promotore. Temptation Island rappresenta una (buona) parte della società del nostro paese, e questo programma tv non è che solo un pretesto, per esplicitare un sistema di credenze vuote, solubili, che arrivano in cabina elettorale, ma sopratutto tra i banchi di scuola, pericolosamente, dove si siedono i nostri figli.
Classe 1993 e boomers per scelta (non cercatela su Instagram, non c’è). Laureata in Filosofia con una tesi su la Repubblica di Platone, si ritrova da neolaureata vittima del sistema capitalista (che pensava di poter combattere dai banchi dell’università); dapprima nell’ovvio call center a 5€/ora per poi piombare prevedibilmente in una multinazionale americana nella quale ci sguazza e ci sta bene perché, in fondo, è meglio quando la cultura non dà da mangiare.
Conservatrice per alcuni, Compagna per altri, Rossobruna per gli amici.
Tante virgole e poche cose importanti: per Pensiero Verticale qualche riflessione d’attualità e altra monnezza, con un po’ di stile.