“Homo spiritualis” e come riscoprirlo
Al limite della sopportazione l’animo umano vive la sua suprema contraddizione. Valuta costantemente le sue posizioni, e nella gran parte delle situazioni si crogiola nella propria fondamentale codardia per non dover ammettere la propria inettitudine. Rinnega ogni legame spirituale, al riparo da ogni pericolo di vedersi messo in discussione. Sapete una cosa? E’ proprio così.
Oggi la spiritualità, la religione, l’elevazione del nostro essere sono puntualmente fatti a brandelli. Denigrate dai poteri che comandano perchè, in caso contrario, l’uomo dovrebbe fare i conti con sè stesso e ricercare una via d’uscita dal giogo che da tempo immemore dura e opprime. Di colpo così, in maniera subdola, la religione con il più alto numero di missioni nel mondo, di martiri sacrificati, la religione cristiana insomma, viene dipinta a tinte fosche. Accusata da un mondo che si comporta da creditore quando in realtà ne è solo debitore.
Nel momento storico presente, di smarrimento delle peculiarità culturali, spirituali, nazionali, financo di distinzione dei sessi, l’identità dello spirito, religiosa più precisamente, assurge al ruolo di ultimo baluardo per un mondo che voglia dirsi ancora libero. L’omologazione è divenuta, da almeno un paio di decenni almeno, l’obiettivo ultimo, in quanto un uomo geloso della propria identità è un uomo consapevole. Un uomo consapevole è un uomo curioso. Un uomo curioso è un uomo libero. L’uomo libero, in conclusione, è una minaccia.
Oggi il termine “complotto”, per quanto l’afflizione pandemica in corso abbia contribuito paradossalmente a svilirne il significato dal momento che le èlite di potere non celano più i loro più oscuri progetti di di sovvertimento dell’ordine costituito (da loro stessi), è il pretesto concettuale per mezzo del quale ridicolizzare il libero pensiero. Laddove vi è il potere, vi è quasi inevitabilmente la tentazione dell’ordimento oscuro. Dentro le mura vaticane, persino.
Resta però l’idea, pronta per essere riacciuffata, non più dai soli cristiani, ma da chiunque comprenda la necessità di ritornare a fraternizzare con i propri simili, rialzare lo sguardo e riprendere il cammino dell’identità al riparo dai malefici tentativi odierni di riscriverla, quando non di violentarla apertamente facendo cimitero dei nostri ricordi.
L’idea, ma anche la fede che anch’essa resta, pronta a illuminare con severa intransigenza un futuro nebuloso ma che non potrà che appartenere ai coraggiosi, degni ancora della capacità, umanissima, di sognare. Pur dentro l’immensa fattoria nella quale proseguiamo la nostra esistenza, in compagnia di pecore e cani, questi sempre meno di quelle, e lupi, meno ancora di tutti quelli.
Una rivoluzione spirituale. L’unica risposta ad un mondo in perenne ricerca della giusta domanda.