11 marzo 1944: l’ultimo volo di Giovanni Battista Boscutti
Dal marzo del 1944 sono passati ottant’anni, volati via più veloci del ritmo del battito cardiaco che si registra mentre il tuo caccia Aermacchi C.205 Veltro si stacca dal suolo della tua amata Patria per affrontare centinaia di aerei americani pronti a sganciare morte e distruzione sull’Italia.
L’11 marzo del 1944 il cuore del Tenente Pilota dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana Giovanni Battista Boscutti cessa di battere, arrestato perché un proiettile sparato da un caccia americano colpisce l’aviere friulano alla testa, facendolo precipitare e scomparire nella campagna di Correzzola, nel Padovano. Il suo corpo verrà trovato nel 2006 ancora all’interno dei resti del velivolo.
SENZA ESITAZIONE
Ottenuto il brevetto da pilota civile nel 1939 riesce a ricevere l’abilitazione a quello militare nel giugno del 1942 e pochi mesi più tardi inizia a dare prova delle sua abilità abbattendo due bombardieri statunitensi B24 Liberator a gennaio e febbraio e rimanendo impegnato i combattimento per quasi tutto il mese di aprile. Si guadagna così la medaglia d’argento al Valor Militare. Ma ecco arrivare la pugnalata dell’8 settembre: Boscutti non esita nemmeno questa volta e aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, inquadrato nel primo Gruppo Caccia “Asso di bastoni” dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana.
SALVARE PADOVA DALLE BOMBE
Non esita nemmeno quell’11 marzo del 1944: 38 caccia italiani si alzano in volo per un’estrema difesa della città di Padova sulla quale stanno per avventarsi cento Boeing B-17 Flying Fortress, i bombardieri pesanti dei “liberatori” a stelle e strisce, scortati da oltre cinquanta caccia Republic P-47 Thunderbolt.
In pochi contro tanti, ma che importanza ha? Una raffica lo fa precipitare, e momentaneamente viene dato tra i non rientrati. Soltanto nel novembre 2006 i resti dell’Aermacchi C.205V, insieme ad alcuni resti della giubba ed altri effetti personali del pilota, vennero infine ritrovati. Nel 2007 la band musicale Compagnia dell’Anello decide di dedicare una canzone alla memoria di Boscutti, significativamente intitolata “11 marzo 1944”.
Liutprando sono proprio io. Con un nickname così non posso che essere di Pavia, dove vivo e lavoro da diversi lustri. Sono appassionato di calcio, musica rock e metal, libri, birra e cibo. E ovviamente, può capitare che troviate il mio regale nome a firma di qualche pezzo qui e là su questa testata, per la quale mi onoro di scrivere da diverso tempo.