I grandi comaschi / Ep. 3 : ADRIANO AUGUADRI
La storia di Como annovera valorosi combattenti pluridecorati caduti durante i due conflitti mondiali, tra cui figura il nome della Medaglia d’Oro Adriano Auguadri.
Nato nel centro storico della città il 19 marzo del 1897 da una famiglia residente in via Bernardino Luini, fin dall’età adolescenziale coltivò un innato amor patrio che lo spinse ad entrare nel Corpo Nazionale Volontari Alpini, sodalizio di appassionati escursionisti che mirava alla preparazione militare in alta montagna.
In seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale e alla sua domanda di arruolamento volontario, l’entrata dell’Italia negli scenari bellici coincise con il primo giorno nelle fila del Regio Esercito; il 24 maggio del 1915 Auguadri venne infatti assegnato come soldato semplice al Battaglione “Morbegno” del 5º Reggimento Alpini, per poi ottenere attraverso il corso allievi ufficiali il grado di sottotenente e successivamente una promozione a quello di tenente.
Nel 1917 ebbe il battesimo del fuoco sull’Adamello, al comando delle famigerate truppe d’assalto alpine delle “Fiamme Verdi”. Qui si distinse per la conquista di una trincea nemica dopo aver scalato una ripida parete rocciosa, azione che gli valse la Medaglia di Bronzo al Valor Mitare, seguita da due Medaglie d’Argento ed un Encomio Solenne per le coraggiose gesta compiute un anno più tardi sul Ghiacciaio Presena e sul Monte Stabel in Trentino.
Con la fine delle ostilità che determinò la vittoria italiana, Auguadri fece ritorno nella sua Como dove si impegnò in prima persona all’interno delle associazioni reducistiche cittadine degli Alpini e dei Volontari di Guerra, trovando impiego presso la biblioteca comunale e venendo promosso al grado di Capitano.
Anche nei panni civili non perse mai il senso del dovere nei confronti della Patria, tanto da chiedere nuovamente di partire come volontario per la Guerra d’Etiopia nel 1935 (domanda rifiutata poiché non dichiarato idoneo), e da rispondere positivamente alla successiva chiamata alle armi del 1939, che lo portò a vestire ancora una volta l’uniforme grigioverde nella 509ª Compagnia mitraglieri impegnata sul fronte occidentale durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’inizio della campagna militare in Grecia ed in Albania comportò il suo trasferimento in questa zona d’operazioni alla guida della 44ª Compagnia Battaglione “Morbegno” del 5º Reggimento alpini. Sulle montagne balcaniche si scrisse l’epopea del capitano comasco; il 24 gennaio del 1941 con la presa della Quota 926 ottenne la seconda Medaglia d’Argento, mentre grazie alla mirabile azione di conquista di un’importante ridotta nemica situata a Quota 2110 del Monte Guri i Topit gli venne conferita la terza decorazione d’argento.
Proprio sulla cima albanese Adriano Auguadri compì l’estremo Sacrificio; il 4 aprile 1941 nel bel mezzo di un violento attacco scagliato dall’esercito greco in cui caddero tutti gli ufficiali della sua compagnia, più volte ferito, rimase imperterrito a difesa della postazione italiana, spendendo gli ultimi attimi della sua vita per rincuorare i propri alpini prima di esalare l’ultimo respiro.
Le nobili virtù guerriere ed umane del Capitano vennero riconosciute con la Medaglia d’Oro al Valor Militare ed un posto nell’olimpo degli Eroi lariani.
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