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“Case green”, i giochi sono fatti?

Come ormai si sa il 12 aprile scorso, in occasione della riunione dell’Ecofin, è stata approvata in via definitiva la direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (Epbd), meglio nota come direttiva “case green”. Il Governo italiano, rappresentato dal ministro Giorgetti, ha espresso voto contrario. Una scelta giusta, non c’è che dire, a contrasto di un provvedimento ideologico, del tutto sbagliato e pericoloso, frutto di un’impostazione alquanto dirigista e coercitiva. Poche ma significative le modifiche ottenute dall’Italia in sede di negoziato. Si è passati dal divieto di vendere e locare gli immobili privi di determinate caratteristiche energetiche (prima bozza), all’obbligo di raggiungere specifiche classi energetiche entro ravvicinate date prestabilite, per arrivare alla stesura oggi definitiva, che impone agli Stati di raggiungere precise riduzioni percentuali del consumo medio di energia degli immobili.

UN TESTO INACCETTABILE

Nonostante i miglioramenti raggiunti, il testo è ancora da considerarsi non accettabile. In ogni caso, quando sembra iniziato il festival delle categorie interessate ad ottenere lavoro facile a spese altrui, è importante chiarire alla gente che nessun obbligo di intervento sugli immobili è ad oggi previsto. Solo il Governo potrebbe imporlo, recependo la direttiva. Ci sono due anni per farlo, ma confidiamo che l’esecutivo e la maggioranza parlamentare impieghino questo periodo per “darci dentro” con sostanziali modifiche a partire dalla prossima legislatura europea.

UN VOTO IMPORTANTE

Cosa salvare da quel funesto 12 aprile? Tanti occhi si sono finalmente aperti, tante coscienze si sono svegliate, tante menti si sono liberate: su questa direttiva, in particolare, e sull’intero Green Deal europeo, in generale. Tardi? Sicuramente. Troppo tardi? Forse no. Nulla è immutabile, neppure il Sacro Green Deal della Ue. Se un senso ce l’hanno queste imminenti elezioni europee, forse sta nel dare un segnale di forte, convinta e totale discontinuità con le politiche che hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni. Perchè sappiamo bene ormai come molte delle minacce che incombono sui proprietari di immobili, e numerose delle norme che già li opprimono, provengano da Bruxelles. La quotidiana alleanza fra ideologia, demagogia e interessi materiali conduce frequentemente all’approvazione di provvedimenti che individuano nel risparmiatore immobiliare la vittima sacrificale. E la direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici ne è, come si può facilmente rilevare, la più lampante dimostrazione.

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