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Tutti in festa con mamma Giorgia

| Marcvs |

Con l’Italia alla presidenza dei “grandi sette”, ospitati a Borgo Egnazia – nient’altro che un resort di lusso nel comune di Fasano (Brindisi) -, anche questo G7…si è concluso. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha salutato la fine del Vertice come “un successo senza timori di smentita”, profondendo autoelogi su come “l’Italia sia riuscita a stupire e a tracciare la rotta”. Quale? Di preciso non si sa, visto che al G7 si è parlato di tante, fin troppe cose. A cominciare dalla guerra più vicina a noi, che, come prevedibile, ha visto un Vertice compatto, impegnato a sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario. Ecco che i futuri finanziamenti a Kiev avverranno grazie a un prestito garantito tramite i ricavi dai beni russi congelati (circa 50 miliardi di dollari). Del resto, quale modo migliore per evitare future ritorsioni del tipo “adesso ci riprendiamo quello che vi siete presi coi soldi nostri”?

I “MA” E I “PERO'” SULLA PALESTINA

Poi, Gaza. Qui (e forse non solo qui), la linea da seguire è quella dettata dagli Stati Uniti: ritiro completo – “seppur temporaneo” – dell’esercito di Tel Aviv dalla Striscia e liberazione di tutti gli ostaggi, favorendo l’afflusso di aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. Di fronte a “un’escalation inaccettabile nella Striscia”, si è riaffermato “l’impegno per la sicurezza di Israele”, a cui il G7 ha chiesto di “rispettare pienamente i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale in ogni circostanza, compreso il diritto internazionale umanitario”. Con un po’ di sorpresa, poi, il Vertice ha riconosciuto l’importanza “di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l’Autorità Palestinese e il riconoscimento di uno Stato palestinese”, ma “al momento opportuno. Già, prima di tutto la sicurezza e il diritto di esistere dello Stato che non rispetta il diritto internazionale.

ABORTO SI’, ABORTO NO

Potevano poi mancare le polemiche al G7? Certo che no. Qualche scintilla (verbale) tra Meloni e Macron – ancora scottato dall’esito delle recenti elezioni europee – e occhiatacce: il presidente francese (e con lui il canadese Trudeau) si è detto dispiaciuto perché la parola “aborto” non era inserita nella dichiarazione finale del Vertice. “Il vostro Paese ha una sensibilità diversa dal nostro”, ha detto l’ex banchiere rivolgendosi all’Italia. Va detto che la dichiarazione conclusiva non menzionava l’aborto letteralmente, ma comunque qualcosa su “i diritti sessuali e riproduttivi legati alla salute per tutti” sì. Insomma, una polemica artefatta, una mossa astuta simile ad altre, con la stessa Meloni che ha ribadito: “Nessun passo indietro sull’aborto”. E comunque, caro Macron, di sensibilità ci teniamo la nostra (come tante altre cose).

Al G7 svoltosi in Puglia c’era, per la prima volta, anche il Papa. Chiamato a intervenire sugli effetti dell’intelligenza artificiale sul futuro dell’umanità, chissà cosa avrà pensato mentre i “grandi del pianeta” esprimevano “forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi”. È anche giugno, con tutta questa aria di…..

IL POSSIBILE VOTO A URSULA

Tra gli altri temi toccati, il cosiddetto “Piano Mattei” per promuovere “infrastrutture sostenibili, resilienti ed economicamente sostenibili in Africa e l’impegno collettivo e la cooperazione rafforzata sulla migrazione” per contrastare l’immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani. Buone intenzioni. E poi quell’appello meloniano a Ursula von der Leyen, gran capo della Commissione europea: “All’Italia sia dato il ruolo che le spetta”. Ma è vero che Meloni e Co. – vincitori delle ultime elezioni europee – appoggeranno la nuova nomina di Ursula?

Il resto del G7 pugliese sono stati balli, canti, tarallucci, vino e qualche momento imbarazzante (ma solo per colpa di Sunak e…Biden). E tanti selfie, di cui la padrona di casa Giorgia ha fatto incetta con i “grandi del pianeta”.

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