Chi ha paura dell’IA?
L’intelligenza artificiale (IA) sta avendo un forte impatto sulle nostre vite quotidiane ed è ultimamente oggetto di ampie discussioni. Proprio per via della sua eterogeneità, essa tende generalmente a spaventare gli addetti ai lavori anche se non manca chi vede in questa nuova tecnologia nuove opportunità di investimento e, perché no, di occupazione. La domanda che sorge spontanea a questo punto è: bisogna considerare l’intelligenza artificiale come nemico o come alleato?
IL “FRONTE DEL PANICO”
Non deve essere certo facile per coloro che operano all’interno del settore terziario subire la concorrenza dell’automazione. Lo scenario che si presenta sembra apocalittico: perdita dell’occupazione, sostituzione della forza lavoro umana, dissoluzione della maggior parte delle mansioni. A dire il vero, ed è inutile negarlo, questo procedimento è già in atto ed è un copione già visto nel corso della storia con la rivoluzione industriale prima e con la digitalizzazione poi. D’altro canto, bisogna adattarsi al cambiamento e un’informazione consapevole così come un’adeguata formazione aiuteranno a mitigare quella che adesso appare come una seria problematica.
I “FIDUCIOSI”
Dal punto di vista imprenditoriale la situazione appare ben diversa poiché l’intelligenza artificiale essendo uno strumento volto a ottimizzare i processi lavorativi non può e non deve essere ignorata. La motivazione è presto svelata: se non ci si adatta, si soccombe. Non si tratta però di un mero ritorno economico in quanto l’avvento dell’IA porta con sé nuovi scenari formativi e occupazionali. L’aggiornamento delle mansioni da un lato e un nuovo approccio scolastico a tale materia dall’altro, porteranno alla creazione di nuove figure lavorative relazionate con l’intelligenza artificiale in modo tale da salvaguardare il nostro settore industriale.
CHE FARE?
Come considerare l’intelligenza artificiale allora? La verità, come ben sappiamo, si trova nel mezzo. Certamente è un qualcosa che dietro la programmazione dell’uomo può raggiungere alti standard performanti. ma da qui ad affermare la sostituzione della mente umana appare quanto meno azzardato. Parliamo pur sempre di prompt (istruzioni fornite alla macchina volte a svolgere il lavoro richiesto) e algoritmi di una portata limitata che mai potranno eguagliare l’ingegno umano. Assistere impassibili all’ascesa dell’intelligenza artificiale che segnerà il declino della nostra carriera lavorativa, è l’ultima cosa che auspichiamo. Studiare, invece, come utilizzarla a nostro vantaggio e trarne benefici ancora maggiori appare sicuramente la strada più percorribile.
Analizza i linguaggi specialistici e i loro mutamenti nella società attuale scoprendone dei risvolti insoliti, scomodi, irriverenti. Scrive su tematiche di attualità poco trattate ma non meno interessanti di quelle quotidianamente propinate.