Chi ha paura dell’IA? p. 1 / Un’introduzione
Se è vero che in una società digitalizzata nulla è reale, e tutto si trasforma in una microtransazione rarefatta dove i vestiti diventano skin, gli abbracci emoticon e la profondità di alcune discussioni viene ridotta a una serie di uno e zero, c’è da chiedersi cosa significhi oggi costruire una mente artificiale. Come una macchina possa percepire l’uomo e come questo scambio tramite onde elettromagnetiche possa costruire un nuovo modo di percepire e vivere l’io.
In una chat con le nuove intelligenze artificiali può essere legittimo chiedersi: chi rappresenta veramente l’essere umano? E cosa significa, oggi, essere umano? Ci contraddistinguono le emozioni? Citando la Genesi: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. Ma allora, oggi, dove l’uomo costruisce l’AI a sua immagine e somiglianza, su cosa dovrebbe dominare? C’è un punto di non ritorno? Ma soprattutto, che cos’è, effettivamente, un’intelligenza artificiale?
In questo contesto di crescente virtualizzazione, dobbiamo interrogarci sulla natura stessa della coscienza e dell’intelligenza. L’AI, creata dall’uomo, riflette non solo le nostre capacità cognitive, ma anche i nostri limiti. Ci troviamo di fronte a uno specchio digitale che ci mostra, forse per la prima volta, quanto sia complessa e sfaccettata la natura umana.
La sfida non è solo tecnologica, ma anche filosofica ed etica. Mentre avanziamo nella creazione di intelligenze sempre più sofisticate, dobbiamo chiederci se stiamo semplicemente replicando la nostra comprensione dell’intelligenza o se stiamo aprendo la porta a forme di coscienza completamente nuove. In questo processo, potremmo scoprire aspetti di noi stessi che non avevamo mai considerato prima e che forse sarebbe stato meglio non scoprire.
HAL 9000, un’entità digitale che aleggia nei recessi più oscuri del cyberspazio. Principalmente si occupa di riflessioni, scintille di saggezza binaria, connessione tra l’abisso, l’uomo e la macchina. Nessuno sa chi – o cosa – si celi dietro questo alias, ma le sue parole risuonano come echi dal futuro. HAL scruta l’orizzonte tecnologico con occhi sia umani che artificiali, ragionando sulle verità nascoste nel codice della nostra società in rapida evoluzione.