L’”anti Halloween”. Ragioni di un dissenso
In questo articolo affrontiamo un argomento controverso sul quale c’è parecchia confusione e che è motivo di discussioni e anche di divergenze cioè il cosiddetto periodo di Halloween. Su questo argomento si dividono fin da subito quelli che ritengono che Halloween sia solamente un fenomeno commerciale che arriva dall’America e che non ha niente a che vedere con le nostre tradizioni europee e italiane e per di più cristiane; dall’altra parte ci sono quelli che invece ritengono che queste ritualità affondino le loro radici nel nord Europa, ovvero che gli elementi di queste matrici culturali abbiano le loro origini nella religione dei Celti.
Quelli che sostengono questo secondo punto di vista arrivano ad affermare che taluni elementi di questi rituali sono presenti anche nella cultura cristiana e che quindi la festa di Halloween non va rigettata perché fa parte delle nostre tradizioni e della nostra storia. A corroborare questa argomentazione c’è la stessa etimologia di Halloween che non indica morte o evocazioni funebri, ma è semplicemente una parola che indica la vigilia della tradizionale cerimonia di Ognissanti (All Hal-lows’ Eve, “vigilia di Ognissanti”).
UNA “CONTESA” INFINITA
Quindi a chi dare ragione? A tutti e a nessuno. Si può senz’altro dire che c’è una tradizione nei Celti, e non solo, nella quale nelle giornate fra la fine ottobre e inizio novembre c’è una fine di un ciclo e l’inizio di un altro ciclo. In queste giornate, secondo la sensibilità spirituale degli uomini antichi, c’è una vicinanza, un contatto, comunque sia una maggiore vicinanza, di due livelli dell’essere: quello del mondo terreno e quello del mondo dell’oltre. Questa percezione, questa sensibilità, questo modo di sentire questo periodo non è esclusivamente una ritualità del nord Europa, infatti chi più e chi meno c’è sempre stato chi ha riconosciuto in questo particolare periodo un elemento spiritualmente attivo che pone in collegamento due mondi, che pone in relazione l’uomo e l’oltre uomo. È chiaro che la modulazione e la conseguente ritualità derivante da questa sensibilità spirituale è molto diversa fino ad essere completamente divergente da una espressione a un’altra.
Quindi si possono dire tante cose al riguardo, tuttavia occorre cercare di dipanare alcune confusioni. C’è chi afferma che il cristianesimo non è stato esente dal conoscere forme gotiche o macabre nel Medioevo con taluni richiami a scheletri o altre affinità, per cui non c’è da sorprendersi o da rimproverare Halloween. Anche qui si tratta di decontestualizzazione. Non ha torto quello che afferma che l’America ha reso tutto più commerciale, più consumistico e plasticato, e questa trasformazione l’ha fatta per ogni cosa, per ogni festa, per il Natale e così via. Insomma l’America tende chiaramente a riproporre in una chiave consumistica a qualsiasi cosa. Fatte queste premesse, occorre anche aggiungere che se l’origine a monte di questa festa è sicuramente un preciso significato spirituale degli antichi, è vero affermare che è esistita ed esiste una percezione spirituale che identifica la vicinanza dei due livelli dell’essere in un calendario liturgico a cavallo fra fine ottobre ed inizio novembre e che questa si è successivamente sviluppata, forse snaturandosi, dal significato originario.
Indubbiamente c’è chi, con competenze rituali specifiche, ovvero qualcuno che non è assolutamente uno sprovveduto in tal senso, è capace di sfruttare questo ponte fra i livelli attraverso rituali teurgici, mediante determinate pratiche per manipolare la realtà spirituale. Fra queste anche azioni di evocazione e pratiche rituali che vanno a offrire qualcosa alle entità spirituali che sono nel livello dell’oltre. Si offre, quindi, un tributo alle entità dell’oltre per averne poi un vantaggio, pertanto si tratta di un sacrificio. Si tratta di pratiche necromantiche collegate al desiderio della potenza di avere il controllo sulla vita non solo spirituale ma anche temporale.
L’IRRESISTIBILE RICHIAMO DELLA MORTE
C’è chi conosce esattamente queste pratiche divinatorie, teurgiche, necromantiche, e come attuarle. Per necromanzia non dobbiamo per forza intendere un fatto cruento, ma molto semplicemente si tratta di tutto quell’impianto che per la maggior parte delle persone è soltanto una festa carnevalesca, una sciarada, e invece in essa sottace tutto questo humus di richiamo alla morte, del dipingere fantasmi, tinteggiare in diversi modi cadaveri, teschi, cimiteri, sangue. Fra battute, scherzi, disegni, fumetti, tutto quell’impianto appunto in cui noi abbiamo in mente questo Halloween così come ci è arrivato nella società commerciale. Tutte queste piccole o grandi azioni che si richiamano alla morte anno un’azione psichica così devastante di cui uno non serba la minima consapevolezza, né la minima coscienza dell’effetto, del riverbero, della conseguenza.
Anzitutto il pensiero non è qualcosa di così astratto e impotente così come noi crediamo.
Il pensiero lavora per analogie, per affinità. Ogni volta che noi pensiamo e disegniamo qualche cosa andiamo a evocarla, cioè a darle voce, a generare una sintonia che richiama quella medesima forza. Quindi il pensiero in questo senso è generatore. Quindi, indipendentemente da dove sia il nocciolo originario di Halloween sta di fatto che questo nocciolo è così depauperato e snaturato da essere riproposto da oltreoceano e rilanciato in Europa con una potenza rituale nefasta che ha delle conseguenze psico-spirituali devastanti.
IL “DIO DEI VIVI”
Uno potrebbe obiettare che anche il cristianesimo venera Gesù che è stato sottoposto a una passione di sangue, a un fatto violento. Attenzione: noi evochiamo Gesù e abbiamo sgomento della sua sofferenza, noi abbiamo disprezzo per la violenza, abbiamo contrizione di quello che il Signore ha subito. Inoltre un cristiano non ha il culto della morte bensì il culto della vita: Gesù è risorto, e in questo sta anche il grande scandalo del cristianesimo, poiché, come dice San Paolo, il nostro Dio è il Dio dei vivi e non è il Dio dei morti.
Quindi non si può assolutamente cercare grossolanamente e in modo così fazioso di affibbiare una festa così macabra in seno al cristianesimo. È vero piuttosto che il cristianesimo, conformemente a quella sensibilità spirituale millenaria che ha riconosciuto a fine ottobre un contatto fra diversi livelli dell’essere, ha avuto il riguardo di una precisa celebrazione, istituendo la ricorrenza di Ognissanti e della commemorazione dei defunti. In questo rito cristiano si tratta del contegno che noi abbiamo e dobbiamo avere di fronte alla sacralità e al mistero della vita e della sua trasformazione e del richiamo che questa vita ha verso l’Assoluto e verso Dio. Il contegno interiore del cristiano di fronte al mistero della vita e della morte non è assolutamente da paragonare a quelle orrende evocazioni di ossa, sangue, morte, cadaveri che è diventato Halloween.
Quello di Halloween è un rito su larga scala pensato da gente che ha competenze teurgiche di grande livello e che si è imposto al mondo occidentale sfruttando istituzioni, media e dinamiche di potere. Questa festa imposta è avvenuta rovesciando le cose, creando ambiguità, confondendo, facendo passare l’idea che essa faccia parte delle nostre origini, che sia legata al cristianesimo, mischiando il vero con il falso. Chi ha operato e costruito tutto questo è un’organizzazione nefasta che detiene i mezzi mediatici, che è capace di manipolare l’informazione e confondere.
FUGGIRE DALL’ORRORE
Un’ultima osservazione prima di giungere alle conclusioni di questa breve riflessione.
Non serve una laurea in teologia, non serve aver studiato storia medievale per concludere che in questo argomento, come in tutti gli altri, deve prevalere il buon senso. Noi, a un certo punto, siamo esulati dal dovere di conoscere origini, sviluppo e storia di qualcosa, se questo qualcosa è l’orrore. A noi non deve interessare la legittimità teorica, istituzionale e teoretica dell’orrore. L’orrore noi lo dobbiamo fuggire, dobbiamo avere disgusto dell’orrore e del macabro, non dobbiamo evocarlo o celebrarlo. Come dicono i Salmi: dobbiamo rivolgere lo sguardo verso il Bene, dobbiamo chiudere gli occhi di fronte all’ingiustizia, all’orrore e provarne disgusto. Questo indi-pendentemente dalla storia, dalle origini, dagli sviluppi, dalle nostre tradizioni o da quelle altrui, indipendentemente da tutto questo.
Quindi il buon senso, la nostra stessa sensibilità, non solo di cristiani, ma di esseri umani, deve imporci di fuggire dall’orrore e di provarne disgusto. Dobbiamo quindi ripudiare una macabra festa rituale quale è diventata quella di Halloween.
E’ nato il 14 agosto 1981 a Gemona in Friuli (Italia) e vive a Moggio Udinese.
È saggista, filosofo, attore e poeta. Si occupa di filosofia e storia delle religioni e ha al suo attivo più di 30 pubblicazioni, nelle quali spazia dai romanzi alla saggistica, dai dialoghi alle opere drammatiche, dalla letteratura di montagna all‘ermetismo. Nel 2017 ha pubblicato “La storia come organismo vivente”, un saggio sulla storia universale in cui sostiene una teoria innovativa del tempo. Organizza convegni culturali internazionali (come il convegno Identitas) e i suoi libri sono tradotti anche in serbo “Evropa u sumraku” (“Europa al crepuscolo”), edizioni Prometej, Novi Sad, Serbia 2022, in tedesco “Metaphysik des Baumes” (“Metafisica dell’Albero”), Audax edizioni 2023, inglese “You are One” (“Voi siete Uno”) edizioni Prometej, Novi Sad, Serbia 2023, e russo “Все вы одно” (“Voi siete Uno”), Audax Editrice 2023.
Il catalogo dei suoi libri è consultabile al link: www.audaxeditrice.com