Accendete i fuochi della rinascita
E’ l’ultimo sole d’autunno quello che splende nella giornata odierna, mentre sarà l’alba di domani 22 dicembre a donare il primo sole d’inverno, ed il primo giorno in cui i minuti di luce inizieranno ad aumentare. Il sole si ferma, dunque. Come se, immergendoci per un attimo dentro un’esistenza cadenzata dai ritmi naturali nella loro più autentica pienezza, fossimo investiti dalla sensazione della fine, in una prospettiva di buio e freddo irreversibili. Una notte eterna. E ripensiamo quasi per magia, quasi trasfigurandoci in essi, a cosa dovettero provare i primi uomini dinanzi al terrore e alla disperazione più cupi, un pò come accadde agli europei allo scoccare dell’anno Mille: probabilmente in pochi non cedettero.
Qualcuno però decise di non arrendersi alle tenebre, alla disperazione e al terrore, al buio e al gelo. Accese una torcia, salì su un’altura e lì diede vita ad un falò più alto che potè, affinchè la sua luce fosse notata da lontano e anche dal cielo. In molti lo imitarono, taluni addirittura replicarono il medesimo gesto facendo di monti e colline un unico firmamento di luce. E fu il segnale. Il segnale lanciato dall’uomo che non cede alla disperazione e alla paura, ma che sceglie la via della lotta. Trovandosi dinanzi a Dio, un Dio che forse era morto o forse si sentiva così stanco e abbattuto dalla protervia umana, l’uomo, dopo aver piantato la sua bandiera di luce sul monte più alto sperando che Lui la vedesse, gli disse con coraggio quasi blasfemo: “forse rimarrò l’unico, ma sappi che finchè avrò vita sarò sempre pronto a combattere per te. Offrendoti quello che posso, ma sacrificando tutto meno che l’onore, combatterò al tuo fianco, non accettando nessuna resa senza battagliare”.
Nel tempo più oscuro che mai all’umanità sia stato dato di vivere, accendere una luce diviene atto davvero eroico. Meglio far rinascere la luce, fosse una soltanto, che occupare lo spirito a maledire le tenebre. Più notte che a mezzanotte non viene. E le parole, le grida, gli strepiti con i quali si occupa la mente e si appesantiscono le membra non valgono la consapevolezza di sapere risorto il sole. Dio, quindi. La notte sarà lunga e rigida, ma la volontà degli uomini, fossero riuniti anche solo in uno sparuto manipolo, avrà la meglio sulla desolazione e il timore. Preparate le vostre candele o i vostri fuochi. E’ Dio che ha appena intrapreso il cammino sulla via del ritorno tra noi.
Classe 1985, milanese di nascita e di crescita (il cognome, del resto, lo testimonia), spendo la vita in occupazioni perfettamente inutili e passioni meravigliosamente crudeli, di quelle, per intenderci, “che non ti portano da nessuna parte”. Appassionato studioso di storia, unica scienza capace di leggere il presente e predire il futuro, ha narrato le vite di grandi figure del passato accarezzate dal vento della pazzia attraverso il podcast La Festa dei Folli (che proseguirà). Per Pensiero Verticale, oltre che del coordinamento generale del progetto, cura i programmi web-radio I podcast di Pensiero Verticale e Zambracca.