Achille Lollo, uno dei peggiori
Achille Lollo è morto. Il comunista, il militante di Potere Operaio, il boia mai pentito di Primavalle non fa più parte di questo mondo. Quel mondo che, nonostante la sua responsabilità nel forse più atroce atto di violenza politica degli Settanta, gli permise quasi subito di rifarsi una vita. Colui che il 16 aprile 1973 fu responsabile del rogo a casa Mattei, in cui morirono Stefano e Virgilio – 8 e 22 anni, figli di Mario, segretario della sezione locale del MSI – scontò 2 anni di carcere preventivo fuggendo poi in Brasile prima del processo d’Appello. Ed ecco che qui Lollo, dopo aver messo fine alla vita di due giovanissimi, vive per decenni, si fa una famiglia e libero e impunito scrive anche per alcune riviste della sinistra brasiliana. La giustizia italiana, nel 2003, dichiarò estinta la sua condanna a 18 anni per il rogo di Primavalle, tanto che nel 2011 Lollo tornò in Italia da uomo libero (gli altri due condannati, Marino Clavo e Manlio Grillo, fin da allora latitanti, non scontarono un giorno di carcere).
“Morte ai fascisti” lasciarono scritto sul selciato della strada in quella maledetta sera. “Giustizia proletaria”, dimenticando forse che Mario Mattei era un semplice netturbino, e loro venivano da famiglie agiate, tanto era agiata – almeno nel portafoglio – quella cricca di intellettuali che li difese, in primis i “prodi” Dario Fo e Franca Rame che aiutarono la fuga di Lollo in Brasile. Primavalle fu un crocevia per quegli anni, contribuendo ad allargare un clima d’odio che successivamente non si spense, anzi. Ma Lollo non pagò, nè mai si pentì pubblicamente.
Ricordando il 16 aprile 1973 resta un senso di smarrimento, ma soprattutto di ingiustizia, quella propria di questo mondo, in cui Lollo ha legato indissolubilmente il suo nome al rogo che ha ucciso i fratelli Mattei.
E’ morto il boia di Primavalle. Se ne è andato uno dei peggiori.
Nato, cresciuto, vivente in Italia. Coniugando idee e scrittura. Il politicamente corretto non abita qui.