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Alla ricerca di antidoti contro il pensiero unico

Dal 17 al 19 giugno presso Villa Bresciani a Cerea (VR) la seconda edizione di AlterFestival

Il diluvio informativo che dal marzo 2020 (primo lockdown) pare abbia sommerso le nostre già spente vite ha reso tremendamente più complicato il più onesto e lucido tentativo di orientamento all’interno del caos odierno. Ogni sforzo di comprensione, qualunque ricerca abbozzata di analisi del presente, tutti i disperati tentativi di immaginare una qualche via d’uscita dal fumo nero delle univoche interpretazioni e dei sensi unici delle visioni imposteci dal liberal-progressismo democratico, profumano sin qui di vano eroismo. Con il quale possiam poetare, ma nemmeno sognarsi di scalfire il Moloch ideologico che ci è stato scagliato contro. Non è mai tardi però per non arrendersi, e lanciare un’ultima sfida alle stelle.

Come accadrà, per esempio, questo fine settimana in quel di Cerea, provincia veronese, dove l’Associazione culturale Identità Europea, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del comune, organizza la seconda edizione di “AlterFestival: antidoti contro il pensiero unico”. Parola a filosofi, scrittori, giornalisti, economisti, liberi pensatori insomma, per tre giorni affratellati da un unico intento: riaffermare il diritto, molto illuministico se ci è dato azzardare, di tornare a “servirsi del proprio intelletto, senza essere guidati da un altro”. Ci vuole coraggio, come ammoniva il filosofo di Königsberg, soprattutto in tempi forse ben più oscuri di quel secolo XVIII nel quale egli visse, produsse e “illuminò” la via che portò all’89.

Coltivare un pensiero indipendente per mezzo di argomentazioni filosofiche, politiche, geopolitiche che non accettano di esistere solo se coincidenti con le narrazioni ufficiali sostenute dal Potere contingente. Una missione, prima ancora di una arcigna volontà. Da Andrea Zhok ad Aldo Rocci Vitale, da Francesco Benozzo a Lorenzo Fontana, fino alle “prime linee” del fronte Marcello Foa e Francesco Borgonovo, le munizioni in dotazione alle truppe del pensiero critico non paiono certo mancare. Il timore di esprimersi e di sfidare tanto la tirannia delle minoranze quanto il totalitarismo morbido delle maggioranze dominanti, questo sì, possiamo nutrire la giustificata speranza che, almeno a Cerea, marcherà visita.

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