Alle radici del male p. 2 / I fattori patologici
IL RUOLO DEI FATTORI PATOLOGICI NELLA GENESI DEL MALE
In questo capitolo, esploriamo come le anomalie psicologiche e le malattie possano trasformarsi in
forze potenti che modellano il male e le tragedie sociali. Analizzeremo figure storiche le cui caratteristiche patologiche hanno lasciato un’impronta indelebile sulla società e sul destino delle nazioni, utilizzando metodologie di psicologia clinica contemporanea per capire come la patologia possa guidare il comportamento umano su vasta scala. Scopriremo come i danni cerebrali e altri fattori patologici non siano statici ma varino in base al contesto, influenzando profondamente la personalità e le dinamiche sociali.
La ricerca sui fattori patologici che influenzano la genesi del male, o processi ponerogenici, rivela come determinate anomalie psicologiche e malattie possano contribuire a comportamenti nocivi e spesso portare a tragedie sociali. Sebbene i dati disponibili per tali osservazioni possano non essere sempre esaustivi, l’approccio qualitativo adottato offre intuizioni significative su come la patologia influenzi il comportamento umano.
FIGURE STORICHE E PATOLOGIA
Le caratteristiche patologiche di alcune figure storiche hanno lasciato un’impronta indelebile sulla società e sul destino delle nazioni. Determinare retrospettivamente la patologia di tali figure è complesso, ma l’analisi si basa su metodologie oggettive di psicologia clinica contemporanea per fornire un quadro più chiaro di come la patologia possa guidare il comportamento su vasta scala.
VARIABILITA’ DEI FATTORI PATOLOGICI
Questi fattori patologici non sono statici; variano a seconda del contesto e delle circostanze, riflettendo la complessità dell’interazione tra malattia e comportamento umano. Le valutazioni presentate derivano da una combinazione di osservazioni cliniche e riferimenti alla letteratura esistente, benché quest’ultima sia limitata.
DEVIAZIONI ACQUISITE E PONEROGENESI
Nell’analisi della ponerologia, un aspetto cruciale da considerare è il ruolo delle deviazioni acquisite, particolarmente quelle legate a danni cerebrali. Il tessuto cerebrale, avendo una capacità rigenerativa limitata, può subire mutamenti che influenzano profondamente la personalità e il comportamento di un individuo. Questo articolo esplora come tali deviazioni, seppur fisiche, possano avere un impatto significativo sui processi sociali e sulla genesi del male.
DANNI PERINATALI E INFANTILI
I danni cerebrali subiti in età perinatale o infantile hanno conseguenze più profonde sui processi ponerogenici rispetto a quelli acquisiti in età adulta. Le lesioni cerebrali nei primi anni di vita possono portare a difficoltà comportamentali e di apprendimento, che aumentano con l’età. In società con sistemi sanitari avanzati, una percentuale rilevante di bambini mostra segni di tali difficoltà, il che evidenzia la diffusa presenza di disturbi neuropsicologici che influenzano il comportamento sociale.
EPILESSIA E PERSONAGGI STORICI
L’epilessia, una delle conseguenze più antiche dei danni cerebrali, è stata osservata in individui di grande importanza storica come Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte. Questi casi di epilessia, probabilmente causati da lesioni profonde nel cervello, non conducono a demenza, ma il loro impatto sul carattere e sulle decisioni storiche può essere significativo. Questo fenomeno merita uno studio separato per valutare quanto tali disturbi abbiano influenzato e possano influenzare la storia.
CARATTEROPATIE
La deformazione del carattere in individui con danni cerebrali cresce nel tempo, assumendo diverse forme a seconda della natura e della localizzazione delle lesioni, del periodo in cui si sono verificate e delle condizioni di vita dell’individuo. Questi disturbi del carattere, noti come caratteropatie, possono avere un ruolo eccezionale come agenti patologici nei processi di genesi del male. Gli individui con tali disturbi spesso mostrano reazioni emotive violente e un egotismo pronunciato, trovando facile collocamento nella mente di altre persone e influenzandole negativamente.
42 anni, madrelingua kreyòl ayisyen, psicologo un pò psicotico, ossessionato dalle foto in negativo, dipendente nei momenti tristi dal kleren. E’ sicuro che diventerà famoso per loe sue analisi inusuali, noiose ma uniche. Appassionato di emozioni forti, trascorre le sue giornate tra sedute di terapia e notti insonni alla costante e indefessa ricerca della verità, dell’ignoto e del perturbante.