Bill e il 2022: molto più di una profezia
Chiediamo scusa se, in barba ai protocolli in uso presso la “buona stampa”, sorvoleremo con sprezzante e gaudiosa leggiadria sul “tradizionale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica-in diretta dal Palazzo del Quirinale-a reti unificate” nel bel mezzo della consueta italica gozzovigliata di Capodanno. Non ne neghiamo l’importanza, tantomeno la solennità; è che proprio ci mancano gli elementi d’analisi, dal momento che una manciata di attimi dopo il “Care concittadine, cari concittadini” (la maniera più invitante per farsi subito mandare a cagare) abbiamo preferito tornare ai fornelli per controllare quanto mancasse per un cotechino come Dio comanda. E lì siamo rimasti per tutta la durata dell'”atteso discorso” del Presidente. Negli anni passati avvenne più o meno lo stesso, benchè sapessimo come le “parole chiave” contenute nel messaggio risultassero sempre le medesime, condite ogni anno di più da aggiunte copiose di gonfia retorica, velate da quei badili d’ipocrisia e facciabronzismo che, come se non bastasse, non ne facilitavano la digestione. La sonnolente cadenza vocale a empatia zero mattarelliana renderebbe più piacevole persino passare giornate seduto su un cactus piuttosto che ad ascoltarlo. E infatti abbiamo fatto altro.
Che cosa? Il nostro appuntamento noi lo avevamo già preso con l’unico vero “messaggio di fine anno” che valesse la pena leggere (tradurre): quello di Bill Gates e le sue “Reasons for otptimism after a difficult year”, pubblicate come di consueto sul suo blog (gatesnotes.com) a inizio dicembre. Per tentare di seguire la direzione del mondo, attraverso i segnali criptici messi nero su bianco da uno dei maggiori “governatori” del sistema globale nonchè ad un discreto (!) numero di previsioni puntualmente indovinate dal fondatore di Microsoft in fatto di pandemie e disastri ambientali, non crediamo di aver buttato il nostro tempo scorrendo tutte le 18 cartelle del post.
Tanto per iniziare, Gates ci “rassicura” sulla prossima “fine della fase più acuta della pandemia entro il 2022”, ammettendo però di “non aver previsto una variante così altamente trasmissibile come la Omicron” e di “aver sottovalutato quanto sarebbe stato difficile convincere le persone a prendere il vaccino e continuare a usare le mascherine”. E’ lo stesso uomo, ricordiamolo, che non si stanca mai di ripetere, talvolta col sorriso, che “altre pandemie seguiranno”, dopo aver già dichiarato a fine 2020, ricordiamo anche questo, che di normalità non si sarebbe potuto parlare prima del 2022.
Punto dolente (e “fonte per me di grande delusione”) per il “filantropo” statunitense è “l’iniquità nell’assegnazione dei vaccini”, lamentando come dinanzi all’eccezionale lavoro di produzione e distribuzione di miliardi di dosi di vaccino, “il fatto che così poche persone ad alto rischio nei paesi a basso reddito li abbiano ricevuti è inaccettabile”. In questa strenua battaglia “vax everywhere” può già contare su un prezioso “collega” in Vaticano, dimostratosi subito così attento e…francescano nel sollecitare la diffusione egualitaria della nuova ostia consacrata formato siringa.
Ma il punto dirimente nonchè disvelatore delle future strategie di governance delle èlites dell’intera omelia è quello dedicato al tema della “disinformazione” e del ruolo che essa avrebbe avuto nello scoraggiare la campagna di vaccinazione. A cominciare dai social media, i quali, secondo Gates, “hanno svolto un ruolo enorme nel diffondere disinformazione che rende le persone sospettose nei confronti dei loro governi. I feed dei social media sono diventati così personalizzati che non vedi informazioni fattuali se non si allineano con il tuo profilo”. L’intervento dei governi, dice, non deve preoccuparsi troppo della questione della libertà d’espressione. Ed ecco quindi, sic et simpliciter, la richiesta ai governi di “regolamentare ciò per cui puoi e non puoi usare i social media”. E noi ci permettiamo di informare il nostro difensore delle libertà civili che sistemi più o meno espliciti di censura delle opinioni pubblicate sui social godono oggi di ottima salute, come vediamo quotidianamente anche sulle pagine private di perfetti anonimi senza nemmeno una carica pubblica da vantare. Si arriva infine a stracciarsi le vesti quando a essere diffusi sono “video che affermano falsamente che il vaccino COVID-19 ti rende sterile” e che quindi “non dovrebbe potersi diffondere ampiamente con il pretesto di essere una notizia”. Parole pronunciate non solo dal maggiore finanziatore dell’OMS, ma dall’uomo che con miliardi di dollari finanzia ricerche su controllo delle nascite, contraccezione e aborto, cercando di combattere la sovrappopolazione umana sul pianeta.
Insomma, c’è materia sufficiente per disegnare scenari verosimili per questo 2022 appena sbocciato. Soprattutto se ci si sofferma sulla solare limpidezza con la quale il Nostro espone piani e posizioni, un tempo assai ardue da scovare o decifrare. La recente pubblicazione “senza veli” di un video promozionale della nuova tecnica bioingegneristica CRISPR finalizzata all’alterazione di umani ed ecosistemi, conferma che il gioco è divenuto duro. E certo non per tutti.
Classe 1985, milanese di nascita e di crescita (il cognome, del resto, lo testimonia), spendo la vita in occupazioni perfettamente inutili e passioni meravigliosamente crudeli, di quelle, per intenderci, “che non ti portano da nessuna parte”. Appassionato studioso di storia, unica scienza capace di leggere il presente e predire il futuro, ha narrato le vite di grandi figure del passato accarezzate dal vento della pazzia attraverso il podcast La Festa dei Folli (che proseguirà). Per Pensiero Verticale, oltre che del coordinamento generale del progetto, cura i programmi web-radio I podcast di Pensiero Verticale e Zambracca.