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C’è del marcio in Germania

| Liutprando |

Sono passati diversi secoli dalla pubblicazione di Amleto, una delle più conosciute opere di Shakespeare: chiunque avrà letto o sentito almeno una volta nella vita il celeberrimo verso “C’è del marcio in Danimarca”, pronunziato da una delle guardie reali e compagno d’armi dello stesso principe Amleto.
Eppure a distanza di secoli il marciume sembra essersi spostato poco più sotto la penisola dello Jutland, nella confinante Germania in preda all’euforia dei campionati europei di calcio tutt’ora in corso.

I “LUPI GRIGI” STANNO ARRIVANDO
Proprio questa euforia pare avere annebbiato le menti dell’establishment tedesco facendolo cadere in un patetico e preoccupante delirio: degli ultras italiani bloccati per ora al confine tra Austria e Germania e destinatari poi di fogli di via da qualsiasi città tedesca sede delle gare si è già scritto anche su queste righe, ma occorre segnalare come il mese di luglio sia iniziato subito forte per Berlino grazie all’esultanza del calciatore turco Demiral (vecchia conoscenza dell’italico pallone), autore di una storica doppietta rea di essere stata celebrata dall’ignaro calciatore in una maniera che ha fatto intervenire addirittura il ministro dell’Interno di Berlino con tanto di convocazione, per tutta risposta da parte di Ankara, dell’ambasciatore tedesco in Turchia. Ovviamente l’accusa è di antisemitismo poiché il gesto rimanda ai Lupi Grigi, movimento di estrema destra turco, e allora via alla mazurka delle accuse di apologia del Terzo Reich condite da nemmeno troppo velati incitamenti allo sterminio di minoranze gialle, verdi, rosse e bordeaux.

L’URSULA “SBAGLIATA”
Tutto questo stress calcistico può essere la giustificazione del vero colpo da maestro messo in atto dallo stato tedesco, uno stress che, a un certo punto, può dare alla testa, e che ha il nome ed il volto di un’arzilla vecchietta di quasi novantasei anni: Ursula Haverbeck, classe 1928, condannata ad un anno e mezzo di carcere dal tribunale di Amburgo, al cospetto del quale si è presentata su una sedia a rotelle, in quanto colpevole di…? (vi lasciamo volontariamente col fiato sospeso)
La colpa della signora Ursula è l’incitamento all’odio poiché ha spesso negato la Shoah senza mai pentirsi delle sue affermazioni. Ed ecco che una sorridente vecchietta, novantasei primavere a novembre, senza pentimento e a quanto pare con un certo coraggio, ora si ritroverà anche senza libertà in una Germania paladina delle libertà e dei diritti civili per tutt* ma che poi, gratta gratta, ancora incapace di farsi una ragione di un passato dal quale stenta a liberarsi.
Sì, c’è del marcio in Germania

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