C’era una volta Biancaneve…
C’era una volta la principessa Biancaneve. E c’erano anche i sette nani, piccole e simpatiche creature che la accoglievano nella loro dimora in attesa del bacio di un principe azzurro che avrebbe spezzato una brutta maledizione. C’erano, perché nel film in lavorazione (co-prodotto da Disney e in uscita nel 2024), invece, i sette nani non ci sono più, sostituiti da creature magiche e indefinite che – come anticipato dal Daily Mail – sembrano proporre un mix di generi, etnie e altezze. Non solo, anche il salvifico principe azzurro sparirà e Biancaneve, figura fiabesca dei fratelli Grimm, non incarnerà più un immaginario mitteleuropeo, diventando ispanica. L’attrice che la interpreta, Rachel Zegler, ha dichiarato che la fiaba “doveva essere modernizzata”, reclamando il fatto che “è un cartone animato di 85 anni fa e la nostra versione è la storia di una giovane donna che vive la sua vita a prescindere dal fatto che un giorno il suo principe verrà”.
La stessa produzione Disney ha spiegato l’assenza delle figure dei sette nani per “evitare di rafforzare gli stereotipi”; ed ecco che, abbastanza inspiegabilmente, Biancaneve non avrà più i sette nani attorno a lei e potrà salvarsi da sé, senza bisogno del bacio del principe azzurro. Che siano state le insulse polemiche scaturite qualche tempo fa sulla presunta “non consensualità” del bacio del principe azzurro (la non consensualità!!!) a far optare per certe scelte la regista-sceneggiatrice Greta Gerwig (già alla regia di “Barbie”, in lotta contro il patriarcato…)? Di sicuro, la direzione pare quella: “correttezza” politica, nessun stereotipo (anche fosse inventato) e una principessa senza principe. Alla faccia dei sogni di generazioni di bambini passati e futuri, nel solco della peggiore retorica in salsa liberal-progressista.
Nato, cresciuto, vivente in Italia. Coniugando idee e scrittura. Il politicamente corretto non abita qui.