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Chi non vola è un Fratoianni

| Marcvs |

La cultura della cancellazione colpisce ancora. Il nome di Italo Balbo verrà rimosso dalla carlinga di un aereo della flotta di Stato dopo un’interrogazione parlamentare presentata da Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e accolta dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. E allora via, il nome di uno dei più grandi aviatori italiani non troverà più spazio negli aeromobili utilizzati da premier e ministri e destinati alle missioni di pubblica utilità. Con un’evidente distaccamento dalla realtà, chi ha promosso questa ennesima iniziativa di “cancel culture” lo ha fatto in nome dell’antifascismo – pur in assenza di fascismo – per evitare che il nome del gerarca fascista creasse “imbarazzo alle più alte cariche dello Stato e una figuraccia internazionale al nostro Paese. Tralasciando le vere figuracce a cui la politica italiana è abbonata da decenni – e ora più che mai – a questi buontemponi andrebbe ricordata la storia di Italo Balbo, legata indissolubilmente a quegli aerei da cui oggi viene rimosso il suo nome come fosse un’onta.

Nel 1917, ventunenne, frequenta il primo corso di pilotaggio a Torino seguendo così la sua più grande passione; della Regia Aeronautica (costituita come forza armata autonoma nel 1923) è prima sottosegretario e poi ministro, contribuendo a collocarla a livelli di massimo prestigio. A cavallo degli anni 30, le storiche trasvolate: prima del Mediterraneo, poi dell’Atlantico, per arrivare fino in Brasile, Canada, Stati Uniti. Dove Italo Balbo è accolto come un eroe: lui, italiano come Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci. Nel “nuovo mondo” alcune città gli dedicano strade, a Chicago il 15 luglio (giorno in cui nel 1933 approda in città) è proclamato l’Italo Balbo’s Day, persino i Sioux lo nominano capo indiano col nome di Capo Aquila Volante. Fino al suo ultimo volo, il 28 giugno 1940: a poche settimane dall’entrata in guerra dell’Italia, il suo aereo viene colpito dal fuoco amico, abbattuto da una contraerei italiana nel cielo sopra Tobruk. Quella carlinga continuerà a bruciare per ore, fino al giorno successivo quando la triste notizie viene trasmessa in Italia. Italo Balbo e la sua storia parlano di grandezza, che pochi sciocchi vorrebbero cancellare con qualche piccolo dispetto. Ma se la grandezza non è comprensibile a molti, la storia non è cancellabile da alcuno.

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