Ciò che siamo
Un’orda montante di malvagità pervade lo spirito del mondo in una delle più radicali e cruente epoche che mai siano state vissute dagli uomini. Il mostro che abbiamo creato e nel tempo alimentato con la più demoniaca delle invenzioni umane, il denaro, ispira e guida l’assalto frontale che il Potere, nelle sue più disparate ramificazioni, sferra all’umanità con l’obiettivo dichiarato di sovvertirne essenza e ragione. Oggi, però, l’attacco ordito da menti illuminate padrone del sistema globale non ha per scopo la mera accumulazione di capitali o la sempre più marcata concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi. No. La nuova “età dell’oro” per i signori del mondo è espressa per mezzo di algoritmi, è armata di avanzatissime tecnologie digitali, è fondata su analisi predittive dei comportamenti umani, è consacrata al delirio ultimo spacciato per sacra missione: il controllo totale. Delle menti, delle azioni, dei corpi. Il processo è a buon punto, nulla pare oggi frapporsi al compimento di quest’ennesima sfida al Tutto che conosciamo.
Dinanzi a minacce tanto estreme quanto inedite per qualità e quantità di mezzi impiegati e per gli sconvolgimenti futuri che esse preparano e anticipano, restiamo inebetiti al pensiero di non riuscire a trovare sufficienti risposte al celebre quesito di leniniana memoria: che fare? Combattere per riportare i simboli al proprio posto non basta più. Le forme di militanza tradizionali, pur rinnovate, nemmeno. Paura e “volontaria servitù” (De La Boétie) dominano gli stili di vita delle masse, e pare non esserci orecchio per udire richiami alle antiche virtù e ai fondamenti della comunità che parlano il linguaggio del sangue e della terra.
Perciò, decidiamo di combattere la nostra battaglia nel campo nemico. Ci serviamo dei suoi strumenti e dei suoi canali, ignorando il momento in cui decideranno di spegnere l’interruttore e di riportare l’uomo agli albori di un nuovo e antichissimo feudalesimo in salsa high-tech. Se vi è un modo di “resistere”, di provare a barcamenarsi dentro la travolgente marea, questo è certo rappresentato dalla capacità di coltivare consapevolezza. Consapevolezza dei grandi mutamenti in corso, consapevolezza della posta in gioco che essi determinano, consapevolezza dell’entità e dei termini che caratterizzano l’attuale passaggio imposto dalla storia. Sapere di cosa si parla, prima di parlarne. Sapere cosa e come combattere, prima di combattere. Fornire materiali alla lotta. Ideare, lanciare, proporre spunti da tradurre in azione.
Questa la ragione, il proposito, il messaggio in bottiglia scagliato in mare da questa ciurma di temerari. Per non soccombere.
Classe 1985, milanese di nascita e di crescita (il cognome, del resto, lo testimonia), spendo la vita in occupazioni perfettamente inutili e passioni meravigliosamente crudeli, di quelle, per intenderci, “che non ti portano da nessuna parte”. Appassionato studioso di storia, unica scienza capace di leggere il presente e predire il futuro, ha narrato le vite di grandi figure del passato accarezzate dal vento della pazzia attraverso il podcast La Festa dei Folli (che proseguirà). Per Pensiero Verticale, oltre che del coordinamento generale del progetto, cura i programmi web-radio I podcast di Pensiero Verticale e Zambracca.