Contro NATO e armi a Kiev. Vento dell’Est di nuovo in piazza
Non si ferma la mobilitazione ideata e promossa da diverse sigle dell’associazionismo militante già animatrici della grande manifestazione svoltasi a Milano lo scorso 4 dicembre organizzata per dire no all’invio di armamenti al governo di Kiev e, più in generale, al proseguimento del conflitto in corso in Ucraina dal 24 febbraio di un anno fa.
“No NATO, no armi a Kiev”, questo il testo degli striscioni esposti dagli attivisti dell’associazione Vento dell’Est nel corso del presidio svoltosi questo pomeriggio in venti delle maggiori città italiane.
“In perfetta continuità con il precedente esecutivo guidato da Mario Draghi, anche il nuovo governo di Giorgia Meloni prosegue con il coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Ucraina, una scelta decisamente contraria a quello che è il nostro interesse nazionale“, affermano i rappresentanti di Vento dell’Est nel comunicato stampa diffuso a margine della manifestazione. “La fornitura di armi a Kiev ci rende di fatto cobelligeranti, esponendoci a rischi altissimi in caso di escalation del conflitto e impedendoci di svolgere un qualsiasi ruolo di mediazione. Inoltre le sanzioni si stanno rivelando un vero e proprio boomerang che danneggia più l’Europa, tra aumento dei costi energetici, inflazione e calo delle esportazioni, rispetto alla Federazione Russa.”
“Viene da chiedersi”, continua il comunicato di Vento dell’Est, “cosa ci sia di sovranista nel sottostare pedissequamente a qualsiasi imposizione proveniente da Washington, assecondando quella che a tutti gli effetti è anche una guerra contro l’Europa, con lo scopo di separarla dalla Russia e renderla sempre più dipendente dagli Stati Uniti. Purtroppo più passa il tempo e più risulta evidente la volontà della NATO di alzare il livello dello scontro, come testimonia anche la fornitura di proiettili all’uranio impoverito. Per questo riteniamo importante mobilitarsi e far sentire la voce di quella maggioranza popolare che vuole la pace e non la guerra”.
Infine, la promessa di un impegno che prosegue: “noi a breve torneremo nei territori nel Donbass con una nuova missione umanitaria per dimostrare che dall’Italia non arrivano soltanto armi per l’esercito di Zelensky ma anche aiuti alla popolazione civile“.
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