Ethereum e il sogno di una finanza decentralizzata
Nel mondo delle criptovalute, Ethereum si è guadagnata una posizione di spicco, accanto al ben noto Bitcoin, grazie alla sua blockchain versatile e alle sue numerose applicazioni. Tuttavia, mentre entrambe condividono alcune caratteristiche fondamentali, come la decentralizzazione e la sicurezza, differiscono in termini di obiettivi, tecnologia e approccio alla sostenibilità. Vediamole entrambe, messe a confronto.
ETHEREUM E BITCOIN
Lanciata nel 2015 dal programmatore russo-canadese Vitalik Buterin, Ethereum ha introdotto un nuovo standard tecnologico, consentendo agli sviluppatori di creare un ecosistema di contratti intelligenti e applicazioni decentralizzate su una piattaforma pubblica e aperta. Ciò ha aperto la strada a una vasta gamma di casi d’uso, dalla finanza decentralizzata (DeFi) alla gestione della supply chain, alla proprietà intellettuale e molto altro ancora. Ethereum è diventata la piattaforma preferita per la creazione e lo sviluppo di nuovi progetti blockchain, grazie alla sua flessibilità e alla sua comunità di sviluppatori attivi.
Bitcoin, d’altra parte, è la criptovaluta originale creata da un individuo o gruppo di persone sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto nel 2009. La sua blockchain utilizza l’algoritmo di consenso Proof of Work, che richiede ai minatori di risolvere complessi problemi matematici per validare le transazioni e garantire la sicurezza della rete. Bitcoin è considerato il “digitale oro” e ha guadagnato una vasta accettazione come riserva di valore e mezzo di scambio, al costo discutibile di un notevole contributo all’incenerimento del pianeta. Infatti, mentre scriviamo questo articolo, Bitcoin richiede più energia della Svizzera intera per il suo sostentamento.
L’EVOLUZIONE “AMBIENTALISTA” DI ETHEREUM 2.0
Il passaggio a Ethereum 2.0 e all’algoritmo Proof of Stake è stato accolto con entusiasmo dalla comunità, poiché promette di risolvere i problemi di scalabilità e consumo energetico associati all’algoritmo Proof of Work. Mentre Bitcoin richiede enormi quantità di energia per alimentare la sua rete di mining, Ethereum 2.0 mira a ridurre drasticamente il consumo energetico, richiedendo ai nodi validatori di possedere e bloccare una quantità di valuta come garanzia per partecipare al processo di consenso.
Con una minore dipendenza dall’energia elettrica, Ethereum potrebbe ridurre significativamente la sua impronta di carbonio e mitigare gli impatti negativi sull’ambiente associati all’estrazione di criptovalute. Tuttavia questo salto tecnologico non è privo di sfide, tra cui la necessità di garantire la sicurezza e decentralizzare la rete impedendo a grossi gruppi di averne il monopolio, cosa che di fatto è avvenuta con Bitcoin per i motivi sopra accennati.
I 4 “TIPI” DI PERSONE AL MONDO
In definitiva, nel solco di un vecchio ma mai troppo vecchio modus operandi, potremmo dire che vi siano più tipi di persone al mondo, in questo caso quattro:
- quelli che avversano le criptovalute perchè non le conoscono e non le vogliono: solitamente le mentalità conservatrici e refrattarie al cambiamento a prescindere;
- quelli che avversano le criptovalute perchè invece le conoscono e proprio per questo non le vogliono: solitamente le banche centrali degli stati nazionali;
- quelli che si tuffano nelle criptovalute per mera speculazione al fine di generare profitto da riconvertire in valuta fiat, ovvero emessa dalle banche centrali: sono gli stessi che nel Seicento si sono tuffati nella bolla olandese dei tulipani e o all’inizio del ventunesimo secolo nella bolla dei mutui subprime;
- infine, i pochi che si interessano alle criptovalute perché le trovano una promettente ed affascinante via, seppur piena di ostacoli (gruppo 2) e mistificatori (gruppo 3), che possa portare alla condivisione mondiale di una valuta libera da vincoli nazionali e sovranazionali, scevra da embarghi, veti e repressione. Una valuta in cui la fiducia che riponiamo quando scambiamo la scambiamo con un caffè e brioche o con un mutuo a trent’anni non proviene per principio transitivo dalla fiducia che, a torto o a ragione, riponiamo negli stati nazionali, ma proviene dalla sicurezza logica ed incontrovertibile del modello matematico alla base del suo funzionamento.
In quale ci ritroviamo ?
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