Guerra in Terra Santa, un sussulto di (doverosa) libertà
La casa editrice Il Cerchio ha recentemente dato alle stampe un nuovo, doveroso, testo con una firma d’eccezione il cui titolo lascia poco spazio all’interpretazione: Gaza. Nulla sarà più come prima. L’autore non ha bisogno di presentazioni, la sua fama lo precede in Italia e in Europa, stiamo parlando di Franco Cardini. Riprendiamo, e facciamo nostri, alcuni passaggi di Adolfo Morganti utili anche ad illustrare esaustivamente il contenuto dell’opera: da più di sette mesi è il luogo in cui stanno esplodendo sanguinosamente tutte le contraddizioni e le aporie dell’occidente, incapace di arrestare il peggior massacro di popolazione civile dalla fine della Seconda guerra mondiale. L’attacco palestinese del 7 ottobre 2023, con tutte le sue ambiguità ancora irrisolte, ha infatti originato una sanguinosa rappresaglia contro la popolazione civile della Striscia di Gaza che ha causato più di 38.000 morti, mentre la guerriglia di Hamas non ha cessato di colpire l’esercito israeliano, definito dal primo ministro Netanyahu “l’esercito più morale del mondo”, le cui reali perdite rimangono a tutt’oggi ignote.
PROVE TECNICHE DI GENOCIDIO
A scuotere le viscere della coscienza mondiale dovrebbero essere le immagini della devastazione di Gaza, il cui bombardamento, per intensità, è paragonabile alle città tedesche dilaniate dagli Alleati nelle ultime fasi della Seconda guerra mondiale, autentico conflitto contro l’Europa. Nella ben più vasta Cisgiordania, ove vivono migliaia di Cristiani del tutto estranei al terrorismo islamico, il blocco di ogni attività economica, la chiusura dei confini e lo scatenarsi di bande armate di coloni fondamentalisti stanno provocando centinaia di morti e scatenando una carestia, evidentemente pianificata, che ha sollevato l’indignazione della comunità internazionale e della FAO. Nel frattempo, larga parte della società civile israeliana si è sollevata contro un governo fondamentalista e bellicista, chiedendo a gran voce le dimissioni del governo Netanyahu e nuove elezioni ma quest’ultimo, fresco di acclamazione trasversale al Congresso americano, procede nel suo intento.
L’OCCIDENTE E’ RIMASTO A GUARDARE
Di fronte a tutto ciò, troppi media dell’occidente tacciono, minimizzano, sovente mentono, sebbene di tanto in tanto si aprano scorci sul massacro quotidiano, si veda l’agghiacciante resoconto del chirurgo americano Mark Perlmutter. Il medico, già esperto di zone di guerra, è rimasto scioccato dalla devastazione civile di Gaza, ma quello che l’ha più scosso è stato l’elevato volume di quelle che hanno tutto l’aspetto di ferite procurate da fucili di precisione da cui nemmeno i più piccoli possono dirsi al sicuro. Queste le sue parole rilasciate alla CBS: “Tra tutti i disastri che ho visto, messi insieme – 40 viaggi di missione, 30 anni, Ground Zero, terremoti, tutto questo combinato – nulla eguaglia il livello di carneficina che ho visto ai danni dei civili solo nella mia prima settimana a Gaza. Non avevo mai visto una cosa del genere prima. Ho visto più bambini inceneriti di quanti ne abbia mai visti in tutta la mia vita. Ho visto più bambini fatti a pezzi solo nella prima settimana… parti del corpo mancanti, schiacciati dagli edifici […] o da esplosioni di bombe. Ho scatti di due bambini, i quali sono stati vittime di colpi così perfetti al petto che io stesso non avrei potuto mettere il mio stetoscopio sul loro cuore in modo più accurato e [altri fori NdT] direttamente sul lato della testa dello stesso bambino. Nessun bambino viene colpito due volte per errore dal “miglior cecchino del mondo”. Sono colpi centrati.” Parole da brividi, confermate anche da venti altri medici che avevano recentemente visitato Gaza. A breve distanza dal fatto sono state proferite le contraddittorie smentite di rito da parte delle istituzioni militari israeliane, dichiarazioni che hanno avuto solo l’effetto di rincarare le conferme da parte di Perlmutter, direttamente su Politico.
VOCI NEL DESERTO
Grazie anche a voci di intellettuali e giornalisti israeliani liberi (lo stesso dott. Perlmutter è ebreo), il saggio pubblicato da Il Cerchio ricorda a tutti le cause reali e profonde dello scontro israelo-palestinese, svela i disegni reconditi di chi oggi punta a scatenare la Terza guerra mondiale e costituisce un invito meditato e serio a costruire una autentica Pace nella Giustizia in tutta la Terrasanta.
Nonostante il vergognoso profluvio iperpoliticamente corretto dei media italiani e occidentali e una imbarazzante comunicazione a senso unico, da “destra” a “sinistra”, l’editoria indipendente costituisce un presidio imprescindibile di ossigeno.
Fuori dalla cappa.
Nasce a Rimini, classe 1984, si divide tra impegni legati al mondo degli investimenti immobiliari, dell’editoria e delle iniziative culturali. E’ responsabile regionale dell’associazione culturale Identità Europea. E’ autore di diversi volumi e collabora da anni con varie testate giornalistiche locali e nazionali, toccando in particolare temi di geopolitica e di approfondimento culturale.