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Guerra, memoria, eroismo. Il viaggio di Memento

| Redazione |

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il resoconto della “4 giorni” organizzata da Associazione Memento presso i luoghi più significativi e carichi di storia segnati dal secondo conflitto mondiale combattutasi su suolo italiano

Ha avuto luogo, dal 10 al 13 agosto scorsi, l’itinerario storico organizzato da Associazione Memento sulle tracce della seconda guerra mondiale in Italia; 4 giorni pieni di significato, che hanno lasciato a chi vi ha preso parte un bagaglio ricco emozioni e momenti indelebili.

1° TAPPA: COLTANO

La prima tappa di questo viaggio è stata Coltano in provincia di Pisa, dove dal luglio al novembre del 1945 sorgeva il più grande campo di concentramento alleato, nel quale hanno transitato tra i 35.000 ed i 40.000 soldati della Repubblica Sociale Italiana. Vedere quella distesa di erba bruciata, sotto il sole cocente, ha subito portato alla mente tutto il dolore e le pene che devono aver passato i nostri militi in quei mesi di dura prigionia vissuti tuttavia con grande tenacia, come riportato da molte testimonianze scritte da chi fu prigioniero in questo luogo. Dopo aver pulito la lapide commemorativa e aver ripristinato il tricolore, nel cuore è rimasto l’orgoglio di appartenere ad un popolo i cui padri hanno sempre affrontato le avversità con il ghigno sulle labbra e la dignità di chi non ha mai chinato la testa.

2° TAPPA: ANZIO E NETTUNO

Il viaggio è proseguito fino ad Anzio e Nettuno, dove i primi reparti della R.S.I. si sono immolati nel tentativo di fermare lo sbarco alleato del 22 gennaio 1944, forte di 55.000 uomini. In questi luoghi, il Battaglione Barbarigo della X-MAS, i Parà della Nembo, l’Aviazione Nazionale Repubblicana e la 29^ Waffen SS Italia hanno dato prova del loro coraggio e del loro ardimento. A tal proposito può non essere citato Carlo Faggioni, pilota e Medaglia d’Oro, caduto nei cieli di Anzio; i resti appartenenti al motore del suo Savoia Marchetti 79 è custodito nel museo dello sbarco, a perenne memoria del suo Sacrificio. 

Lo stesso giorno è seguita la visita al Campo della Memoria di Nettuno, dove riposano i Caduti Repubblicani caduti per difendere Roma, cimitero che conserva tra gli altri i resti di Umberto Bardelli, comandante dei marò del Barbarigo, assassinato a Orzegna durante uno scontro con i partigiani. Durante lo sbarco ad Anzio, divenne celebre la sua frase: “Nessuno di voi è morto finchè non moriremo tutti. E fino a quando sarà in piedi uno del Barbarigo, lo sarete anche voi”.

3° TAPPA: CASSINO

La terza tappa ha visto i volontari di Memento visitare Cassino, dove sono presenti l’Abbazia ed il cimitero militare Germanico. La prima è diventata tristemente famosa per essere stata completamente rasa al suolo dal bombardamento anglo-americano de 15 febbraio 1944, costato la vita a centinaia di civili. Questo atto è da considerare un vero e proprio crimine di guerra gratuito e senza senso logico, vista l’assenza di reparti germanici all’interno delle mura ed il significato religioso, nonché culturale, che questo luogo ha sempre posseduto.

Il cimitero militare Germanico, situato nelle alture sopra Cassino, è invece un luogo dove il silenzio e la commozione ne fanno da padroni. Qui riposano 20.057 soldati tedeschi caduti in Italia, tra cui i parà dei Fallschirmjäger, passati alla storia come i “diavoli verdi di Cassino”, che in uno scontro impari a livello di forze si immolarono nella difesa dell’Europa e dell’Italia, in una battaglia di civiltà che li consegnò alla storia. È impressionante leggere le date di nascita e di morte, e pensare al sacrificio che quei ragazzi hanno compiuto. Giovanissimi che, in molti casi attaccando alla baionetta, senza un briciolo di paura e consci di difendere un’Idea prima che un paese, ricacciavano indietro interi reparti di indiani, neozelandesi e polacchi, soldati crudeli e artefici delle peggiori nefandezze in quella da loro chiamata “campagna d’Italia”.

4° TAPPA: PROVINCIA DI CASERTA

L’ultima tappa dell’itinerario si è tenuta in provincia di Caserta, esattamente al Sacrario dell’Armata Silente, dedicato ai giovani volontari della X-MAS fucilati dagli alleati per le azioni di spionaggio e sabotaggio oltre le linee nemiche. Questo luogo, immerso tra gli ulivi e le cave di tufo, possiede un’aura quasi mistica. Campeggia, su un blocco di marmo, una frase: “Vivit sub pectore vulnus”, che rappresenta a pieno il significato che aveva la Patria per quei giovani martiri. Franco Aschieri, Italo Palesse, Vincenzo Tedesco, Mario Timperi sono alcuni tra i nomi di questi ragazzi, tutti tra i 18 e i 22 anni, che nei primi mesi del 1944 furono fucilati dagli Americani. Affrontarono la morte, secondo le testimonianze, con il sorriso sulle labbra. Palesse, di anni 22 originario de l’Aquila, volle una sigaretta come ultimo desiderio, spirando mentre gridava: “Dio stramaledica gli Inglesi, Fuoco!”.

È stato un viaggio, oltre che esteriore, anche interiore, che ha toccato il cuore di ciascuno dei partecipanti. Visitare i luoghi dove i nostri Eroi si sono immolati fa provare sempre emozioni contrastanti: la tristezza, pensando alla decadenza del mondo odierno, il rispetto, per ciò che è stato fatto dai Caduti, la fede, pensando all’esempio che ci è stato donato e al compito che stiamo portando avanti, così come la consapevolezza di non essere che un piccolo puntino rispetto a quei ragazzi che, 80 anni fa, hanno sacrificato tutto per dare un futuro all’Europa e agli Europei.

Per visualizzare la galleria fotografica di tutte le tappe percorse visitare la pagina Facebook di Associazione Memento: https://www.facebook.com/mementopatriae

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