I grandi comaschi / Ep. 2 : MANLIO RHO
Nel fermento artistico-culturale che caratterizzò Como all’inizio del XX secolo non poteva mancare la presenza di pittori di successo come Manlio Rho, uno tra i maggiori rappresentanti dell’astrattismo italiano.
Nacque il 15 febbraio del 1901 in una famiglia titolare di un’azienda di passamanerie residente nel centro storico della città, dove frequentò le scuole diplomandosi in ragioneria nel 1921 presso l’Istituto Tecnico “Caio Plinio Secondo”.
Fin da giovanissimo iniziò a coltivare la passione per la pittura e la scultura; dopo aver compiuto degli studi privatamente e aver frequentato un corso di disegno, cominciò ad insegnare tali discipline artistiche in diverse scuole professionali di Como e provincia, per poi specializzarsi nella realizzazione di cartelloni e manifesti pubblicitari, cosa che gli permise di avviare le prime collaborazioni con il settimanale satirico-sportivo “La Zanzara” e con le case editrici musicali “Benini e Rampoldi”, “G. Carisch” e “Emilio Gennarelli” per elaborare le copertine dei dischi.
Ispirato dalle avanguardie europee, fu tra i pionieri della corrente astrattista in Italia, che gettò le sue basi con l’apertura dello studio in via Cinque Giornate a Como, alimentato dal prezioso contributo di architetti, pittori e filosofi del calibro di Giuseppe Terragni, Alberto Sartoris, Pietro Lingeri, Cesare Cattaneo, Mario Radice, Aldo Galli e Franco Ciliberti, fondamentali per lo sviluppo della tecnica astratta di Rho, che si distingue per l’armonia delle forme – collegate perfettamente tra loro con delle linee logiche – accompagnata dall’utilizzo di colori tiepidi, arrivando così a creare un bilanciamento perfetto tra geometria e calore.
Le sue opere gli valsero il riconoscimento in noti spazi espositivi come il Broletto di Como, le gallerie Barbera, il Milione ed il Palazzo Reale di Milano, il Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e soprattutto il Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (a cui prese parte in numerose occasioni con altrettanti dipinti), che lo condussero ad ottenere prestigiosi incarichi sia a livello locale che nazionale.
Il successo tuttavia non lo allontanò dalle proprie radici; fino agli ultimi giorni infatti lavorò incessantemente per la sua città natale, dove riuscì a dar vita ad una galleria per ospitare le mostre dei pittori lariani, senza dimenticare il suo ruolo di insegnante all’Istituto Tecnico Setificio “Paolo Carcano” e di membro all’interno della commissione igienico-edilizia del Comune e del Comitato Esecutivo per l’organizzazione delle esposizioni a Villa Olmo, oltre che l’immenso impegno profuso nella tutela e nel recupero del patrimonio artistico cittadino.
Il 7 settembre 1957, il talento di Manlio Rho si spense prematuramente a soli 56 anni nella sua casa di via Odescalchi a Como.
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