Il GERMe del mondo che verrà
Lo abbiamo già candidamente ammesso in altre sedi e occasioni: avventurarsi in seri tentativi di comprensione del presente, delle sue complesse dinamiche, di chi muove chi e cosa produce cosa, passa necessariamente per la lettura (scelta ai limiti del sado-masochistico) dei sacrum verbum declamati dai padroni del vapore contemporanei. Un esercizio oggi alla portata di tutti, poiché i registri linguistici quasi infantili e gli strumenti di diffusione di immediata ricezione adoperati si presentano a noi con straordinaria semplicità e chiarezza, tanto che non vi sarebbe errore nell’affermare come la (dichiarata) pandemia da Covid-19 abbia sancito de facto l’uscita allo scoperto dei piani di generale resettaggio del sistema socio-economico globale e di riprogettazione su base digitale dell’essere umano in quanto tale. Non quindi ai capi religiosi, ai primi ministri, alle massime cariche di istituzioni internazionali dobbiamo tendere orecchio per una qualche risposta, ma ai Gates, agli Schwab, ai Musk. Le esternazioni proferite apertis verbis dal fondatore di Microsoft sui poderosi investimenti in corso dell’industria farmaceutica, il disegno dettagliato della “quarta rivoluzione industriale” delineato dal presidente esecutivo del WEF, le suggestioni transumaniste nemmeno così tanto velate del nuovo proprietario di Twitter, possono davvero essere frettolosamente liquidate come panzane paranoico- complottiste partorite da menti influenzabili?
Eppure, lo dicevamo, i linguaggi sono divenuti più chiari, i messaggi e i propositi lanciati non necessitanopiù di dotte interpretazioni tanto solari appaiono i piani e i progetti ad essi sottesi. Ci stanno dicendo tutto, in buona sostanza. L’ultima “rivelazione”, tanto segreta e dai contorni criptici da essere pubblicata niente di meno che sul blog personale Gates Notes, ci parla dell’annunciata creazione del team GERM (Global Epidemic Response and Mobilization), un’organizzazione permanente di esperti che siano interamente retribuiti e preparati a coordinare una risposta unitaria a un’epidemia pericolosa in qualsiasi momento. Nell’idea di Gates, il team avrà il compito di coordinarsi con vari paesi per determinare “come e quando implementare la chiusura delle frontiere e raccomandare l’uso di mascherine”. I governi sovrani non dovranno far altro quindi che attendere “istruzioni” dalla sala di comando di Bill (sotto l’egida dell’OMS, cioè di…Bill) in merito a quanto spremere ancora i diritti e le libertà civili dei cittadini, con tanti cari saluti ai parlamenti e alle costituzioni, vere e proprie “carte da culo” per pezzenti. L’annuncio della nuova creatura di Gates coincide con la stesura di un trattato pandemico globale il cui posto di guida verrà assunto dall’OMS, contenente la definizione universale di pandemia, l’imposizione di un approccio medico-scientifico valido per il mondo intero, il potere di approvare o meno determinate tipologie di vaccino. In che modo l’OMS e il team GERM saranno in grado di monitorare l’andamento del contagio e stabilire, in base al numero di infettati, non importa se gravi o del tutto asintomatici, la chiusura di una regione o di una intera nazione? “I certificati di vaccinazione a prova di manomissione e verificabili digitalmente creano fiducia. L’OMS sta quindi supportando gli Stati membri nella creazione di reti di fiducia nazionali e regionali e di tecnologie di verifica”, afferma Gareth Mehl, capo unità del Dipartimento per la salute digitale e l’innovazione dell’OMS. Non svegliate gli illusi del bye-bye Green pass e non turbate i loro sonni di ritrovata normalità!
Che cosa sa Gates più e meglio di noi? Cosa lo spinge a elaborare complicati progetti di “prevenzione della prossima pandemia” (pare incredibile ma abbiamo appena virgolettato il titolo del suo nuovo libro appena uscito negli USA)? E’ alquanto preoccupante osservare come nella società del controllo e della pianificazione sociale, i modelli previsionali rivestano un ruolo tanto importante, come abbiamo avuto modo di vedere oggi utilizzati a supporto di politici e medici nella quotidiana pugna contro l’orribile morbo. Oggi il futuro è fatto per essere determinato, nemmeno più previsto, ed ecco allora che questi modelli previsionali ci vengono presentati come lo strumento mediante cui si stilano agende che decidono dell’avvenire di nazioni e dell’intera umanità. In tempi di previsioni incredibilmente azzeccate e di profezie auto avveranti, a poco serve impegnarsi in analisi o in improbabili sofismi. E lasciate perdere anche le sfere di cristallo. Per leggere (e capire) la realtà basta il blog di un filantropo miliardario.
Classe 1985, milanese di nascita e di crescita (il cognome, del resto, lo testimonia), spendo la vita in occupazioni perfettamente inutili e passioni meravigliosamente crudeli, di quelle, per intenderci, “che non ti portano da nessuna parte”. Appassionato studioso di storia, unica scienza capace di leggere il presente e predire il futuro, ha narrato le vite di grandi figure del passato accarezzate dal vento della pazzia attraverso il podcast La Festa dei Folli (che proseguirà). Per Pensiero Verticale, oltre che del coordinamento generale del progetto, cura i programmi web-radio I podcast di Pensiero Verticale e Zambracca.