Il nuovo “mito gender” americano
È di recente la notizia che in oltre 4mila scuole americane si attiverà una massiccia promozione delle teorie di genere alle prime fasce elementari e adolescenziali. Il tutto gestito da organizzazioni multimilionarie che, letteralmente “sponsorizzando”, progetti educativi e formativi agiscono loscamente per manipolare le menti dei più deboli, cioè i bambini.
La faccenda non è nuova, neanche nel nostro sistema scolastico italiano. Le teorie di genere e la propaganda LGBTQ+ sono sempre più presenti, anche se non volute ed osteggiate, da pochi, oramai sono intrinsecamente protagoniste. Volente o nolente, appunto.
In Usa più che altrove è un vero e proprio business milionario, lobby e case farmaceutiche, si sa, colpiscono i bambini e ragazzi sotto il falso mito del “be what you want” e così da Mark a Lucy è un attimo. Dal Io sono al Noi siamo, dall’essere etero a binario e una vita nonsense.
In Italia? Anche nel nostro sistema scolastico italiano si affiancano due correnti una più esposta dell’altra. Dai corsi all’affettività impartiti ai bambini di 6 anni, oggi si riscontra una altra modalità più fra le righe, cioè estraibile dai libri di testo, dove l’esempio più lampante è la mancanza del termine “mamma e papà”, spesso semplicemente sostituito da “genitori”. I libri di testo in cui si scambiano i ruoli culturalmente simbolici: il papà cucina e la mamma lavora, perché dirlo al contrario è eredità di un sistema patriarcale. E poi l’individuazione di nomi neutri e politically correct presi ad esempio come protagonisti dei libri tematici.
Non è tanto distante la situazione americana da quella italiana, quest’ultima forse più nascosta e meno pubblicizzata, ma l’uomo bianco fa paura, non è più nero per non offendere, ma l’uomo bianco oppressivo vieta alle bambine di un asilo di vestirsi di rosa perché è un coloro troppo femminile e ai maschi di blu, così si sceglie un colore giallo, neutro, colore carta moschicida che annichilisce le anime e le loro libertà dettate dal loro sesso biologico. Ah giusto perché un bambino potrebbe sentirsi maschio o femmina.
Diversità che diventano trappole in cui un bambino ingenuamente non riesce ad uscire, plagiato da un fenomeno già troppo presente manipolatore di ideologie false e univoche. Una ideologia ai limiti del fanatismo che se la pensi come la dottrina va bene, ma se sei contrario sei tacciato di razzismo, omofobia, xenofobia.
A chi se lo sta chiedendo, tutto questo lo stiamo già vivendo. I nostri figli, pure. La lotta al bullismo, grande piaga sociale effetto diretto di una società malata basata sulla apparenza, maleducazione ed indifferenza, diventa palcoscenico per aggiungere alla causa temi legati alle teoria gender. Non tutte le vittime dei bulli però sono esponenti lgbtq, non tutti i bulli sono omofobi, ma solo vigliacchi quello sì.
Ciò che dovrebbe essere considerato e gestito diventa mezzo per propagande fuorvianti e fuori luogo. Il mito americano con tutte le sue contraddittorietà è già presente nel nostro sistema e chissà per quanto mieterà ancora scabrosità in una sempre più chimerica libertà di pensiero.
Nel mio percorso studio ho approfondito e analizzato le grandi tematiche, attualissime, della povertà energetica e gli indicatori di Good Governance che regolano il buon andamento delle istituzioni.
Il mio motto: “Sapere Aude!”, ovvero abbi il coraggio di conoscere; o meglio ancora: abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!