Il nuovo “romanticismo” di Milano
Ci chiediamo come faranno d’ora in poi gli universitari, durante le serate del mercoledì ai Magazzini Generali (esistono ancora?) a conoscersi e a trovare tra la mischia sudata qualcuno con cui uscire il week end successivo e chissà, poi uscirci ancora, andare in vacanza insieme e finire per sposarsi ad un certo punto. Non si può più fumare a Milano, e per quanto si sappia che il fumo provochi infertilità era comunque un buon modo per attaccare bottone e conoscere qualcuno che poi, bah, magari, oggi, domani…
Ci chiediamo altresì che senso abbiano gli aperitivi a giugno in Brera, quando le giornate di lavoro stanno finendo e alla fine un Campari Orange e una sigaretta ti salvavano dalle ultime settimane di nervi tesi, immaginando la sabbia bianca o i dolci chalet delle alture non più innevate ma splendenti di sole.
Ci chiediamo come si faccia a discutere di politica, di cinema e anche di calcio e tutto il resto.
Ci chiediamo che senso abbiano tutti quei caffè se poi, una volta finito di sorseggiarli, non si può più nemmeno fumare.
Fa male fumare. Fa malissimo.
Non ci sono buoni motivi per farlo ma in fondo, le sigarette non si comprano al mercato nero e lo stato ce ne vende quante ne vogliamo.
Per una Milano migliore (ma, diremmo, per l’Italia tutta) ci vorrebbe più luce la sera e più sicurezza nelle periferie. Ci vorrebbero più medici di base, più asili pubblici, più centri anziani attivi, più ascensori nelle case popolari, meno case occupate, meno immigrazione irregolare, più stato e meno Politica. Affitti accessibili, servizi alle famiglie e mezzi pubblici sicuri.
E poi, chi vuole può pensare alla propria salute come è giusto che sia, oppure può continuare a fumarsi una sigaretta. Romanticamente, a Milano.
Classe 1993 e boomers per scelta (non cercatela su Instagram, non c’è). Laureata in Filosofia con una tesi su la Repubblica di Platone, si ritrova da neolaureata vittima del sistema capitalista (che pensava di poter combattere dai banchi dell’università); dapprima nell’ovvio call center a 5€/ora per poi piombare prevedibilmente in una multinazionale americana nella quale ci sguazza e ci sta bene perché, in fondo, è meglio quando la cultura non dà da mangiare.
Conservatrice per alcuni, Compagna per altri, Rossobruna per gli amici.
Tante virgole e poche cose importanti: per Pensiero Verticale qualche riflessione d’attualità e altra monnezza, con un po’ di stile.