Il nuovo tragico 25 aprile dell’Anpi
Anche quest’anno è in arrivo il carrozzone del 25 Aprile, con tutto il suo ingombrante fardello di ipocrisie e di polemiche da spettacolo circense divenute ormai consuete. Eppure quest’anno c’è qualcosa di strano nell’aria che si respira nei pressi del suddetto carrozzone ed il merito è di quello che, alla luce delle onnipresenti dichiarazioni su qualsiasi evento politico nazionale e non, è diventato un vero e proprio apparato di partito: l’Anpi. Avete letto bene: l’associazione dei partigiani sempre pronta a mettere il becco in qualunque occasione, ha contribuito alla grande a creare un forte clima di tensione in seno alle varie manifestazioni organizzate da essa stessa e compagnia schiamazzante.
Fatali sono state le posizioni ambigue sulla questione della guerra fra Ucraina e l’amato URSS che fu, in particolare modo le dichiarazioni del presidente dell’ANPI, l’ex Senatore Pagliarulo.
Pagliarulo, nato nel settembre del 1949 quando della guerra non rimasero neanche più le macerie e che l’unica arma che ha maneggiato può essere, al massimo, il mestolo in qualche pastasciuttata antifascista, si è spesso schierato su posizioni filo russe, salvo poi redimersi nelle ultimissime ore dichiarando che quella ucraina è un’effettiva resistenza.
Nonostante ciò il cielo grigio che aleggia sopra la sinistra italiana si è drammaticamente aperto rovesciando sui sedicenti partigiani una pioggia di critiche, arrivate dal sindaco di Milano Beppe Sala che si augurava un chiarimento, passando dal noto vignettista Staino per arrivare all’entrata con il piede a martello del fondatore dell’Ulivo nonché ex ministro Arturo Parisi:” Credo che il ruolo storico dell’Anpi sia ormai esaurito”.
Eravamo abituati al tragicomico derby fra antagonisti e Brigata ebraica ad ogni “25 aprile” in salsa milanese, ora resta da vedere cosa succederà questa volta. Essendo il giorno di San Marco, se fossimo l’Anpi- e fortunatamente non lo siamo-una preghierina al patrono di Venezia la rivolgeremmo: pop corn in mano potremmo vederne delle belle.
Liutprando sono proprio io. Con un nickname così non posso che essere di Pavia, dove vivo e lavoro da diversi lustri. Sono appassionato di calcio, musica rock e metal, libri, birra e cibo. E ovviamente, può capitare che troviate il mio regale nome a firma di qualche pezzo qui e là su questa testata, per la quale mi onoro di scrivere da diverso tempo.