Il paradosso dell’efficienza energetica
Oggi, 14 dicembre, il Parlamento Europeo discuterà di una bozza riguardante le classi energetiche degli immobili, imponendo vincoli stringenti di compravendita, locazioni, a chi non adeguerà le proprie abitazioni entro il 2027.
La questione è assai importante e coercitiva: chi non rispetta gli standard di efficienza energetica viene colpito nelle sue proprietà, privandolo di gestire il proprio patrimonio, spesso unica fonte di reddito, impedendone la vendita o la messa in affitto. Chiariamo alcuni significati importanti: che cosa vuol dire efficienza energetica per una svolta sostenibile? Rappresenta la capacità di ottenere un risultato utilizzando meno energia e aumentando il rendimento generale. Questa caratteristica comporta due importanti risultati: più è alta l’efficienza energetica, più è alto il risparmio energetico. Di conseguenza, si riducono i costi di consumo e di produzione. Nel caso di un immobile si fa riferimento al suo fabbisogno energetico. Minori sono i consumi per soddisfare il fabbisogno, migliore è la sua efficienza energetica. Un edificio ha una buona efficienza energetica quando riesce a risparmiare l’energia, per esempio, quella necessaria per il suo riscaldamento.
Tutti vorrebbero pagare meno in bolletta sui consumi finali, oggi più che mai visto l’aumento del gas e dell’energia elettrica, ma la nota dolente è che a questo fenomeno di difficoltà nel sostenere certe spese sul proprio reddito, si aggiunge anche la volontà della verde Europa di imporre ulteriori condizioni stringenti nelle case dei suoi sudditi, pardòn cittadini. Se non raggiungo certi standard di classi energetiche, volente o nolente dovrò adeguare il mio immobile, impegnando risorse destinabili ad altro, magari risparmi per sussistenza e per varie ed eventuali. Dovrò investire coinvolgendo, necessariamente nella maggior parte dei casi, qualche intermediario finanziario e la possibilità di ricevere aiuto e sostegni sul reddito si abbassa sempre di più se effettivamente ho necessità. È un paradosso? Si lo è e si chiama povertà energetica. Chi ha bisogno di accedere ad un paniere di beni energetici essenziali avrebbe come unica soluzione migliorare l’efficienza energetica della propria casa, ma per fare questo serve il cash, che nessuno dà se sei per le banche “un cattivo pagatore”. Diventarlo è semplice, basta sgarrare per pochi giorni il pagamento della rata del mutuo e il tuo rapporto con qualsiasi sistema di credito non sarà più idilliaco.
Se impongono alle famiglie di “ristrutturare” le proprie case in nome della sostenibilità ambientale, si dovrebbe anche garantire un sistema di tutela e aiuti effettivamente necessari, interventi diretti sulle case per aumentare il benessere domestico, aumentare la possibilità di vivere in un ambiente riscaldato in inverno e raffrescato in estate, senza imposizioni autoritarie sulla propria abitazione, perché cara Europa il mutuo a fine mese lo paga la gente con grandi sacrifici. Il riscaldamento, la luce e il gas idem… niente è regalato. Ecco il dono europeo, arrivare a distruggere quella casa, rifugio per tutti noi, che se di proprietà diventerebbe un ulteriore costo e il sistema immobiliare già in difficoltà dal 2008 faticherebbe a riprendersi. La vera strategia sottostante a tutto? Richiedere credito, indebitarsi e tanti auguri. Per il momento è una bozza, ma aspettiamoci tanto altro nel nome di un mondo più “pulito”, zero emissioni e case più green in una politica europea che non rispetta i suoi cittadini, neanche a casa loro.
Nel mio percorso studio ho approfondito e analizzato le grandi tematiche, attualissime, della povertà energetica e gli indicatori di Good Governance che regolano il buon andamento delle istituzioni.
Il mio motto: “Sapere Aude!”, ovvero abbi il coraggio di conoscere; o meglio ancora: abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!