Il sorriso di Gabbo
E così, come ogni anno da quel 2007, riaffiora quel nome, quel sorriso in immagini che scorrono nel veloce fluire dei messaggi diretti al cuore. Compare quella foto, e il tuo nome viene “oscurato” da quel sorriso che per sempre resterà labaro di identità.
Identità, appunto. In un mondo senza colori, rappresenti ancora chi riscopre la passione nel difenderne uno. In questo mondo di volti oscurati e di sorrisi tappati, simboleggi ancora la paura di chi vorrebbe facce basse. Eppure tu, Gabbo, resisti. Ancora esisti e persisti nei cuori di chiunque al mondo senza nome, ha risposto con la forza dell’identità. Un mondo spiritualmente feudale, nel quale però vi è ancora chi abbraccia un sogno e si scaglia contro il destino 20 metri alla volta alla ricerca di una gloria che pervade l’anima di chi, seppur grande, risponde presente alla guerra con fanciullesca incoscienza.
Come può un insulto inorridire più del colpo d’arma codardo, esploso da chi credendo di “servire” ,ha invece tradito lo spirito di uno Stato? La libertà spaventa chi non possiede il coraggio di guadagnarsela.
E allora, come ogni anno da quel 2007, ci stringiamo attorno alla consapevolezza, salda come l’occhio di Alpha, che se la tua vita ha avuto un senso, la tua morte ispira una missione. La missione, cioè, di tramandare alle generazioni che verranno, che l’unica risposta all’anonimato è una “scomodissima” vita di passioni, di ardore, di identità.
Oggi, caro amico nostro, siamo tutti un pò Te. Con il sorriso scagliato “in faccia al mondo ostile”.