La profezia eco-tradizionale di Selma Lagerlöf
E’ possibile che una storia scritta nel 1907 sia talmente attuale da sembrare scritta oggi? Leggendo “Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson”, della svedese Selma Lagerlöf, sembra proprio di sì. Questo libro, nato come un originale testo di geografia svedese per le scuole elementari, narra della storia di Nils, un arrogante ragazzino poco rispettoso dei genitori e degli animali, che per punizione viene rimpicciolito alla forma di un coboldo. Incapace di tornare alle dimensioni originali, intraprende un viaggio in volo sul dorso di Morten, un ocone domestico, che ha intrapreso assieme alle oche selvatiche il percorso della migrazione stagionale. Visitando la Svezia, Nils si accorgerà di quanto è bella e varia la natura del suo paese, del valore degli animali, della ricchezza di tradizioni e di leggende ataviche tramandate di generazione in generazione. Letta con gli occhi di un bambino è una bella favola, ma l’autrice ha voluto trasmettere un significato ben più profondo ai suoi piccoli lettori, trasmettendo l’amore per gli ecosistemi, il folklore, le usanze, le feste religiose, tutti elementi strettamente legati. Quella di Selma Lagerlöf è la tradizione che segue il ciclo delle stagioni ed è legata agli elementi della natura. Oltre a descrivere l’ambiente svedese, l’autrice vuole spiegare ai bambini come, ai suoi tempi, venivano festeggiati Santa Lucia, il Natale o l’evocativa quanto antichissima e precristiana notte di Valpurga.
Il “viaggio meraviglioso” non è però solo questo, ma porta con sé anche alcune suggestioni a tratti profetiche, fra un episodio e l’altro. Nils ad esempio si imbatte in un gruppo di scolari che, per lasciare ai posteri un bosco, va a piantare alberi su una collina un tempo florida ma desertificata da un incendio. Assieme alle oche il ragazzo si ritrova, in modo sui generis, a convincere gli uomini a non prosciugare un lago, perché altrimenti tutte le specie animali li presenti andrebbero perse e ne deriverebbe un impoverimento. Che dire poi della richiesta finale dell’oca Akka, che spiega a Nils l’importanza di prevedere delle aree interdette all’uomo e riservate agli animali, per permettere loro di proseguire indisturbati la loro presenza sulla terra. Oggi parleremmo di rimboschimento, di biodiversità e di aree protette, concetti che ai primi del ‘900 erano sviluppati in modo embrionale, anche se già i primi parchi naturali erano stati fondati.
Nel 1909 Selma Lagerlöf venne insignita del premio nobel per la letteratura, “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”. Premio più che meritato per questa e per molte altre opere, anche se schernito da una parte del mondo della cultura che non capì la portata di questa autrice. Anche in Italia venne definita “la maestrina svedese” da Giuseppe Antonio Borgese e dovette aspettare gli anni ’40 per venire riscoperta.
Eppure la Lagerlöf aveva un legame con l’Italia, dato che aveva ambientato in una Sicilia magica ed esoterica uno dei suoi primi romanzi, “I miracoli dell’Anticristo”.
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