La ricerca della verità
La materialità del corpo, i godimenti più banali l’accumulazione di beni materiali, la vita intesa solo come pura durata biologica dell’individuo, il progresso tecnologico, la bellezza fittizia fatta di plastica, il lavoro estenuante a tutte le ore del giorno per un benessere scadente e temporaneo. Questa la nostra vita terrena. E poi un grande senso di vuoto attraversa le nostre esistenze vane, una voragine di malinconia e di rimpianto per aver abbandonato la verità delle cose. Eppure un frammento di cielo è rimasto nella nostra anima più pura e quando rivolgiamo lo sguardo verso le stelle luminose lo sentiamo pulsare dentro di noi.
Davanti al cielo stellato proviamo una spinta verticale che ci innalza all’infinito e veniamo travolti da un senso di appartenenza a qualcosa di più grande, che si trova al di là della volta celeste, qualcosa che trascende la nostra materialità e che ci riconnette al mistero della vita.
E’ VERA GLORIA?
Trascorriamo la nostra misurabile esistenza ad inseguire le verità che la scienza e la tecnica ci hanno promesso, scoperte scientifiche che fanno avanzare la civiltà verso il controllo serrato della natura e dei suoi processi e verso la modifica della realtà. Ogni passo avanti in termini di progresso tecnologico però è un passo indietro nella nostra intima umanità.
A cosa ci serve conoscere la composizione chimica di un oggetto o mandare satelliti su Marte se non sappiamo riconoscere lo spirito dentro di noi, se non sappiamo cioè cogliere la luce divina che brilla dentro di noi ?
La fede cieca nella scienza ci ha strappato la nostra anima dal petto, ci ha insegnato che tutto è misurabile, calcolabile, riducibile a materia, e ha scambiato la realtà per un modello matematico e fisico; e ancora peggio, ci ha istruito affinché si creda erroneamente che questa sia la verità con la V maiuscola a cui possiamo e dobbiamo aspirare in questa nostra vita terrena. La realtà pura non è un modello fisico ma è l’Essere che si disvela nel mondo ad un occhio attento a cogliere l’immateriale, il divino, lo spirituale che respira dentro e fuori di noi.
L’UOMO NUOVO (E MOLTO ANTICO)
L’uomo che cerca la verità non ha le sembianze dell’uomo di scienza della nostra epoca, è piuttosto un uomo comune che vuole trovare di nuovo una dimensione di vita autentica, che si riconnette e accetta il Mistero dentro di sè, senza provare a controllarlo, e che contempla la precarietà dell’esistere facendo tesoro di ogni attimo. È un uomo che si riconnette profondamente all’unita del mondo che lo circonda, consapevole di essere solo una delle tante espressioni di un Tutto più alto e più grande di cui ciascuno è parte.
È un bambino che si meraviglia per la nascita di un fiore, per la forza impetuosa di un temporale, per la magia della spuma delle onde. È la verità del mondo che si svela nella sua presenza. Il cielo è limpido e la luce riflette l’essenza delle cose, la natura sprigiona la sua verità. Lì il nostro spirito si riconnette allo spirito del mondo.
Il suo nome è Claudia, ama così tanto la filosofia che si è laureata pur sapendo che la sua sublime “inutilità” non l’avrebbe portata a nulla di buono sul piano professionale, e anche per questa ragione Pensiero Verticale è divenuta la sua oasi dove poter liberamente filosofeggiare.
Ma c’è dell’altro, ovvero tantissime altre cose inutili e antiscientifiche che venera: la poesia, l’arte e l’astrologia. È un’anima antica, tutta languore e culto delle rovine. È profondamente innamorata del mare e cerca la verità in ogni cosa.