La vie (n’est pas) en rose
E’ fresca di stampa la notizia che il Parlamento francese abbia approvato la modifica della carta fondamentale per introdurre, come primo paese al mondo, una protezione esplicita riguardo l’interruzione volontaria di gravidanza. Entrambe le camere del Parlamento, l’Assemblea nazionale e il Senato, hanno già adottato un disegno di legge per modificare l’articolo 34 della Costituzione per specificare che il diritto di una donna all’aborto è garantito. In Francia era già presente una legislazione riguardante l’aborto, infatti è legale dal 1975 e può avvenire fino a 14 settimane dopo il concepimento, a seguito dell’aggiornamento della legislazione nel 2022.
ATTACCO ALLA VITA, CULTURA DELLA MORTE
Tuttavia, il rispolvero di questo faldone altro non è che un ennesimo attacco sferrato alla vita, mosso da una Francia oramai disillusa e poco illuminata, che si dà importanza per essere la prima al mondo. Dunque un primato da voler sfoggiare, un diritto all’aborto inserita direttamente nella Legge, quella retaggio di una rivoluzione francese, di un’epoca napoleonica e anche erede di un Ancien Régime, non a caso proprio in congresso a Versailles è stata votata l’approvazione. Addirittura c’è chi chiama all’appello la necessità di Macron di riavvicinarsi alla sua sfera politica di sinistra e alla sua popolarità e indice di gradimento, quel movimento Reinassance che con il Rinascimento poco ci azzecca.
QUALE DIRITTO
Come sollecitare dunque le coscienze? Ergendosi paladino del diritto delle donne, liberté pour et pour les femmes? Libertà alle donne, di scegliere di interrompere una gravidanza, ma già era possibile, perché renderlo un diritto? Ai bambini si insegna che un diritto non è un capriccio, sono dei bisogni fondamentali per poter vivere e crescere in una collettività. Sono un insieme di regole di condotta generali ed astratte che si rivolgono ad una collettività. Qual è dunque questo diritto?
Come la maggior parte degli emendamenti riguardanti un tema così delicato, che contempla non solo giurisprudenza ma anche etica e bioetica, al centro manca totalmente il lato umano, al centro non è posta la donna in quanto tale né la sua protezione o la protezione dei bambini.
L’UMANITA’ DI UNA SCELTA
Pur riconoscendo le difficoltà che possono costringere alcune donne a ricorrere all’aborto, va ribadita anche l’umanità della scelta, tutela di diritti atti alla protezione dei bambini e anche dei bambini non nati, assoggettati anch’essi ai diritti umani. Il diritto ad essere preservati e ad essere aiutati nella scelta così determinante di una interruzione di gravidanza.
Il numero di aborti in Francia è in continuo aumento, la legge sembra confermare il nuovo pensiero politico di una società liquida in cui la morte sembra più protetta di quanto la vita sia incoraggiata.
Nel mio percorso studio ho approfondito e analizzato le grandi tematiche, attualissime, della povertà energetica e gli indicatori di Good Governance che regolano il buon andamento delle istituzioni.
Il mio motto: “Sapere Aude!”, ovvero abbi il coraggio di conoscere; o meglio ancora: abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!