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Mayor of Kingstown, l’Inferno dantesco secondo Taylor Sheridan

Nella deriva woke che ormai attanaglia tutta Hollywood esistono ormai poche piacevoli eccezioni ed una è Taylor Sheridan, il creatore di “Yellowstone”, dei quale si è già parlato su queste pagine. Sempre alla sua brillante mente si deve anche una serie meno nota eppure forse ancora più rivoluzionaria, vale a dire “Mayor of Kingstown”, attualmente in programmazione su Paramount+ con la sua terza stagione.

LA CITTA’ DEL CAOS

Ci troviamo a Kinsgstown, immaginaria cittadina del Michigan, nella quale tutto il business ruota intorno all’immenso carcere ed ai suoi loschi traffici, sia dentro che fuori le sue mura. Sindaco non ufficiale della città è Mike McLusky (uno straordinario Jeremy Renner), che prende il posto del fratello Mitch, ucciso nel corso del primo episodio. Mike è il perfetto antieroe: vero motore di tutta la narrazione, si aggira per le strade della città con il volto di chi nella vita ha preso tanti pugni ed altrettanti ne continuerà a prendere. Come ex carcerato il suo ruolo è quello di mediare tra le varie anime nere del luogo: ariani, afroamericani, latinos, russi, guardie carcerarie, prostitute, criminali comuni, poliziotti e politici… tutti ovviamente marci fino al midollo. Non esiste alcun personaggio del tutto pulito, lui per primo. A Kingstown non spunta quasi mai il sole e nessuno sembra mai voler o poter andarsene. Regolarmente esplode la violenza (sempre mostrata nitidamente sullo schermo, ma senza compiacimento): il Sindaco la subisce, la pratica, ma soprattutto l’accetta come ineluttabile. 

“OGNI GIORNO E’ SEMPRE UN BRUTTO GIORNO”

Kingstown non è altro che la metafora del mondo declinata sul modello dell’Inferno di Dante (nella terza stagione ce lo viene detto esplicitamente). Tutto è caos ed alleanze e rivalità sono mutevoli come il soffio del vento. Nemmeno è chiaro perché Mike faccia quello che faccia, se non perché lo ha sempre fatto: dotato di un’intelligenza superiore, sembra non dormire praticamente mai ed ogni tanto spunta anche il suo lato tenero che tiene soffocato in mezzo ai fantasmi che ne rendono scura l’anima, perché come ama dire “Ogni giorno è sempre un brutto giorno”. 

Ma forse il personaggio di Mike McLusky non è altro che una rappresentazione beffarda di Dio o del destino, chiamatelo un po’ come meglio volete.

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