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Nel cuore (in fiamme) d’Europa. Conferenza di Novum Comum

L’Ucraina così come la conosciamo oggi è più un’entità di confini che una nazione vera e propria; diverse sono le contraddizioni tutt’ora vigenti e i fattori di instabilità che hanno portato ad una crisi esplosa nel lontano 2014. Un paese che da 8 lunghissimi anni è diventato terreno di scontro tra due visioni del mondo differenti e contrastanti, impegnate in un conflitto che ha mietuto circa 13.000 vittime innocenti, senza contare le migliaia di feriti e sfollati, tutto nel completo silenzio dell’occidente.
 
La guerra è venuta alla ribalta solamente in seguito all’azione militare della Russia scattata lo scorso 24 febbraio, cosa che ha smosso per la prima volta le coscienze assopite dell’opinione pubblica. Guidato sistematicamente dalla propaganda della macchina mediatica fedele alla visione atlantista dei governi europei, chi fino a ieri ignorava questo scenario e la sofferenza delle popolazioni coinvolte, oggi non esita a spendersi incoerentemente per la pace nel mondo e la presunta difesa della democrazia. Da tre settimane a questa parte gli stessi irriducibili democratici sono tra i primi sostenitori delle scelte belligeranti operate dalle nazioni appartenenti e vicine alla NATO , che hanno sancito l’utilizzo di sanzioni atte a minare l’economia russa, oltre che l’invio di armamenti militari e l’afflusso di volontari. Sempre a causa dei mass media e dell’influenza esercitata dalle multinazionali così come dai grandi palcoscenici sportivi, si è generato un blocco ideologicamente russofobo che si avvale di misure discriminatorie e ostraciste verso chiunque faccia parte o sia legato in qualche modo al mondo russo; si è giunti al punto dove viene quasi messo al bando citare autori come Dostoevskij o bere vodka (tra l’altro prodotta in Europa). Quasi nessuno vuole realmente comprendere le ragioni e le origini del conflitto, aldilà di qualsiasi schieramento e della visione in stile politicamente corretto che tende sempre a generare uno scontro tra “buoni” e “cattivi”.


Di questo scenario intricato se ne parlerà durante la diretta Facebook organizzata dall’Associazione Culturale Novum Comum. Ospite Marcello Berera, ideatore nonché responsabile del progetto editoriale Redazione Zeta, attivo sui social per spiegare dinamiche, strategie ed evoluzioni geopolitiche nel mondo. Marcello è anche stato in prima persona nella regione del Donbass, portando fin dal 2015 aiuti umanitari alle popolazioni locali colpite dalla guerra, e vivendo stabilmente a Donetsk dal 2018 al 2020, cosa che gli ha permesso di vedere e di comprendere ciò che l’occidente cercava di oscurare.

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