Nel nome di Sergio
Il sapore della primavera inoltrata reca con sè un profumo che nelle nostre vite riecheggia intenso e profondo. Il profumo di una gioventù mai sfiorita, vissuta, giocata ma mai spesa. Un mito, un sogno che ci avvolge da quando, sulla strada, abbiamo come immaginato il sacrificio come folli e romantici guerrieri.
Marciamo inquadrati, in un silenzio di chi non ha conosciuto ma che sembra però aver vissuto quei momenti. Attorno a quella lapide che, quasi ormai un cinquantennio fa, sarebbe stata spettatrice di ciò che più ha cancellato i dissapori, unendo cuori e spiriti.
E il tuo nome: Sergio.
Chissà se saresti fiero della nostra strenua resistenza, della nostra impetuosa esistenza, della nostra vita verace e feroce. Immaginiamo ancora il tuo essere e, poco prima di levare al cielo il nostro tumultuante PRESENTE al vento, molti di noi rivolgono lo sguardo verso il tuo balcone, dal quale per molti anni potevamo vedere il coraggio sotto forma di donna e madre, alzare sempre più stanco un braccio in segno di saluto.
Non invecchiare non è da tutti. Ma molti muoiono giovani dopo un’esistenza frivola. Vivere in eterno è invece riservato a chi entra nella storia, compiendo fino all’ultimo una scelta sacrificale.
Ricordarti inizia forse a divenire mero rituale, ma ci siamo negli anni spinti oltre. Fino a ringraziarti.
Per averci rammentato che un uomo silenzioso e comodo, non è mai un uomo libero. Per aver “scelto” una tragica fine, piuttosto che una mediocre vita. Per tutte le volte che passando per i tuoi luoghi, prima alziamo lo sguardo per un saluto, ma subito dopo lo abbassiamo perchè rappresenti quel fiore eterno che non tutti avrebbero il coraggio di cogliere.
Inquadrati idealmente anche tu, accanto a noi e tra noi. All’attenti! grida anche tu il PRESENTE. Il tuo nome è divenuto più grande della tua vita. Un simbolo, una bandiera. Tu che, proprio come noi, per un simbolo hai lottato e sei caduto.
E ora, leva in cielo il tuo grido. Affinchè tutti odano la voce che non tramonta.