Novum Comum ricorda Giuseppe Terragni
Il 19 luglio del 1943 lasciava la vita terrena a soli 39 anni Giuseppe Terragni, celebre architetto comasco e massimo esponente della corrente razionalista italiana. Nel corso della sua breve ma intensa carriera professionale seppe rivoluzionare il panorama artistico e architettonico nazionale, riuscendo a concepire edifici e monumenti in chiave moderna senza però violare il contesto tradizionale dei luoghi in cui vennero inseriti, così da creare un anello di congiunzione tra passato e presente. Gran parte delle sue opere vennero alla luce nella città di Como, a cui donò uno dei più importanti patrimoni monumentali di inizio ‘900, che purtroppo al giorno d’oggi giace spesso in stato di degrado, privo di qualsiasi manutenzione e rivalutazione necessaria da parte degli organi competenti.
Per questa ragione in concomitanza dell’80esimo anniversario della morte di Giuseppe Terragni, i volontari dell’Associazione Culturale Novum Comum hanno voluto unire il ricordo del grande architetto ad un messaggio rivolto a tutti i cittadini comaschi, per accrescere la sensibilizzazione nei confronti di una situazione non più tollerabile legata ad un suo importante lascito.
Riteniamo infatti indecorose le condizioni in cui versa da anni l’Asilo Sant’Elia di via Alciato, da sempre capolavoro indice di aggregazione ed istruzione, e ora dimenticato se non bistrattato in primo luogo dalle istituzioni locali, che in più occasioni nel corso del tempo hanno dimostrato di considerarlo un problema di secondo piano e quindi non prioritario.
L’immagine di un asilo abbandonato sembra ben rappresentare il triste riflesso di una città che non valorizzando il proprio patrimonio ha smesso di credere nel futuro, negando uno spazio dalla duplice valenza storica e culturale alle nuove generazioni di comaschi.
L’associazione Novum Comum al contrario – fedele alle proprie radici – sarà sempre impegnata in prima linea nella tutela della memoria e dell’eredità affidataci dai nostri padri, per ridare nuova luce e merito ai simboli di Como e del suo territorio. «Bisogna sentire l’orgoglio di un’eredità gloriosa senza rinunciare a vivere di una vita propria. In arte bisogna creare “un patrimonio nuovo accanto all’antico”, non sopra le rovine dell’antico»
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