Palloni arcobalenosi in cortocircuito
Nel lontanissimo marzo del 1987 irrompeva nella musica italiana l’ennesimo album di Vasco Rossi intitolato “C’è chi dice no”.
Con tutto il rispetto (che non abbiamo) per il cantante emiliano non crediamo affatto che questa sua opera sia conosciuta da due calciatori del massimo campionato olandese che, in queste ore, stanno facendo impazzire il regime benpensante a tinte Orange proprio per avere detto “no” all’ennesima imposizione targata LGBTQ…+tutto il resto.
Stiamo parlando dello strano duo rappresentato da Orkun Kokcu e Redouan El Yaakoubi, capitano olandese ma nazionalizzato turco- avete letto benissimo- del Feyenoord il primo, difensore olandese- evidenti le sue origini nordafricane- militante nell’Excelsior.
La loro colpa? Avere detto no alla fascia da capitano a tinte arcobaleno promossa dalla Federcalcio locale nell’ambito della campagna “One Love”, atta a promuovere l’accettazione della comunità LGBTQ nel football olandese.
Kokcu, per esempio, non si sente la persona adatta a sostenere questa pagliacciata per via delle sue posizioni religiose , mente il collega ha deciso di indossare una fascia con la parola “Rispetto” ripetuta tre volte poiché ” ci dovrebbe essere rispetto per tutti, anche per le persone che potrebbero vederla in modo leggermente diverso”.
Ma come? Proprio due rappresentanti di quei nuovi giovani europei tutti bandiere arcobaleno e integrazione?
C’è chi dice no. Ma c’è anche chi va in cortocircuito.
Liutprando sono proprio io. Con un nickname così non posso che essere di Pavia, dove vivo e lavoro da diversi lustri. Sono appassionato di calcio, musica rock e metal, libri, birra e cibo. E ovviamente, può capitare che troviate il mio regale nome a firma di qualche pezzo qui e là su questa testata, per la quale mi onoro di scrivere da diverso tempo.