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“Pensa prima di postare”, la psicopolizia diventa realtà

Riguardo gli scontri interrazziali avvenuti nelle scorse settimane nel Regno Unito (in particolare in Inghilterra ed in Irlanda del Nord) ci sarebbe probabilmente da scrivere un trattato, tanto sono peculiari e significative parecchie cose accadute (pensiamo solamente ad un riavvicinamento nell’Ulster tra le comunità protestanti e cattoliche dopo tempo immemore), ma preferiamo concentrarci sulla risposta delle istituzioni, che segnano probabilmente un punto di non ritorno su come i governi occidentali intendano affrontare il dissenso popolare.

GIOCO SPORCO

Premesso che è inevitabile e anche corretto che qualsiasi potere costituito abbia l’obiettivo di mantenere l’ordine, il governo laburista recentemente eletto ha però pensato bene di truccare palesemente le regole della “competizione”. Mentre alle comunità musulmane veniva di fatto consentito di presidiare le proprie strade armate fino ai denti, gli autoctoni venivano inondati da una repressione feroce ed in gran parte dei casi del tutto immotivata e sproporzionata rispetto agli accadimenti in corso. Così viene fatto sapere ai cittadini che verranno arrestati (e verrà loro negata la cauzione) anche solo se parteciperanno alle proteste nel semplice ruolo di osservatori pacifici (tipo anziani che guardano i cantieri) e, colpo di genio, l’inquietante avvertimento su internet: “Pensa prima di postare”. E infatti la polizia di regime è immediatamente andata a casa di alcune persone arrestandole per il semplice fatto di aver appoggiato sui social le rivolte anti immigrati.

UN FOCOLAIO IN VIA DI ESTENSIONE

È abbastanza evidente che la concreta minaccia del carcere, anche solamente per aver espresso una semplice opinione, tende a tagliare i rami della protesta, perché la maggior parte dei britannici ha evidentemente molto più da perdere della controparte immigrata, la quale peraltro può usufruire pure di una mano più leggera. Nel breve periodo la cosa chiaramente funziona benissimo (infatti le proteste si sono attenuate di molto), ma questa miope strategia vessatoria non può far altro che far arrabbiare ancora di più il cittadino medio, che si sente ora veramente “straniero a casa propria”, e nel medio termine molto probabilmente non basterà più un estintore per fermare l’incendio.

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