Per le vie, per le strade: fermare la guerra!
Una manifestazione, tra le prime e più rilevanti dopo il lungo letargo causato da pandemia ed era Draghi, per gridare forte la necessità di fermare il conflitto in corso in Ucraina e l’altrettanto urgente bisogno di compiere passi nella direzione di un autentico e credibile percorso di pacificazione. Questa la sostanza politica dell’evento (orari, luogo e modalità ancora da definire) in programma a Milano il prossimo 4 dicembre e che vedrà la partecipazione di una galassia di movimenti, gruppi e comitati non certo rimasti a guardare l’evolversi (o involversi, meglio) degli eventi interni e internazionali attuali, di sicuro non sufficientemente assistiti dalla “buona stampa” nostrana in fatto di visibilità.
C’è di mezzo la salvezza di una Nazione, quella italiana, alle prese con una crisi economica e sociale di proporzioni enormi, se rapportata al più recente passato. Diventa perciò vitale sollecitare il nuovo governo Meloni non soltanto a compiere passi diplomatici verso una risoluzione il più possibile equilibrata della vicenda russo-ucraina, ma anche e soprattutto a prestare ascolto alla stessa maggioranza degli italiani, concordi al 70% nell’opporsi a nuovi invii di armamenti al paese guidato dal mitologico Zelensky. Non è possibile immaginare una via d’uscita dall’attuale crisi economica senza lavorare per fermare la guerra, così come non è pensabile lasciare l’Italia “in prima linea” con le spalle scoperte. Questo obiettivo passa evidentemente per la sospensione delle sanzioni oggi comminate alla Russia, le cui conseguenze non hanno fatto altro che ricadere sul sistema produttivo italiano, molto più esposto rispetto a quelli degli altri partners europei.
L’appuntamento dunque è fissato. Il messaggio, chiaro e forte come la grave contingenza storica richiede, è lanciato. Un grande, numeroso coinvolgimento popolare appare quanto mai necessario. Non lo si deve a nessuno. Solo alla nostra effettiva volontà di ritornare a contare nel mondo.
Classe 1985, milanese di nascita e di crescita (il cognome, del resto, lo testimonia), spendo la vita in occupazioni perfettamente inutili e passioni meravigliosamente crudeli, di quelle, per intenderci, “che non ti portano da nessuna parte”. Appassionato studioso di storia, unica scienza capace di leggere il presente e predire il futuro, ha narrato le vite di grandi figure del passato accarezzate dal vento della pazzia attraverso il podcast La Festa dei Folli (che proseguirà). Per Pensiero Verticale, oltre che del coordinamento generale del progetto, cura i programmi web-radio I podcast di Pensiero Verticale e Zambracca.