Serie A al via. Tra reti gonfie e stadi deserti
Mentre l’estate volge al termine, la fine di agosto sancisce l’inizio del campionato di calcio di serie A. Nel periodo pandemico fatto di restrizioni anche lo sport popolare per eccellenza ne risente, limitando al minimo la passione che da sempre riesce a sprigionare in Italia. Oltre a tutte le analisi sportive, infatti, un primo dato da cui si può partire parlando di questo campionato è la scarsa partecipazione di pubblico sugli spalti. Tra capienze ridotte, obbligo di certificazioni per accedere agli impianti sportivi e un’ultima domenica in cui forse alcuni hanno preferito la spiaggia alla gradinata, i biglietti invenduti per questo primo turno di serie A sono stati circa 55mila*, in attesa dei posticipi in programma lunedì sera.
Sui campi, certo non sono mancati goal ed emozioni, basti pensare che oltre a Napoli-Venezia, dove i partenopei si sono imposti per 2-0, in tutti gli altri terreni di gioco si è andato sempre oltre i due goal. I campioni d’Italia in carica dell’Inter hanno travolto il Genoa con un sonoro quattro a zero, che sicuramente sancisce un “buona la prima” per Simone Inzaghi. A Udine, la Juventus di Allegri dopo un primo tempo in cui sembrava aver messo il risultato al sicuro con Dybala e Cuadrado, viene rimontata nella seconda frazione di gioco dai padroni di casa, complici due errori di Szczesny che regala il pareggio ai friulani, mentre i suoi compagni di squadra tra pali e un goal annullato a Ronaldo proprio non riescono a trovare la rete decisiva per imporsi. Sugli altri campi, anche la Lazio di Sarri, la Roma di Mourinho e l’Atalanta partono con il piede giusto ipotecando la prima vittoria. In Bologna Salernitana e Verona Sassuolo, hanno trionfato le squadre emiliane. Nei posticipi di oggi, chiuderanno il quadro, Cagliari-Spezia e Sampdoria-Milan.
Oltre ai goal non sono mancati i cartellini rossi, ben 7. Da questi numeri non si prospetta un campionato noioso, anzi tutto fa pensare ad una stagione molto combattuta e ricca di emozioni e goal, che sicuramente meriterebbe ben altra cornice di pubblico rispetto a quella attuale. Sembra, invece, che alla passione degli stadi, almeno al momento si debba sostituire l’isolamento da divano delle partite viste in tv. Effetti del virus, ma anche di un modo di vivere il calcio che resiste sempre più difficilmente nella conservazione del suo patrimonio sociale e popolare, facendo spazio ad un apatico tifo più “domestico”, quasi ad imitazione di quanto già avviene nel mondo del lavoro, divenuto “smart”. Il calore e il colore del pubblico italiano per decenni ha incantato il mondo con il suo modo di vivere la partita, tra cori, bandieroni, fumogeni, striscioni disegnati magistralmente, stracittadine vissute come battaglie e passioni trasmesse da padre in figlio. Ma non tutto è ancora perduto, quindi in tutte le gradinate da nord a sud, la parola d’ordine sia resistere, preservando la tradizione e la passione.
*fonte: https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2021/08/23/serie-a-tifosi-stadio-prima-giornata#05
Classe 1992, da sempre appassionato di lettura e scrittura. Da alcuni anni collabora con diverse riviste, cartacee e online, occupandosi dei più svariati ambiti: dallo sport, all’attualità, passando per eventi politici nazionali, fino a temi pertinenti alla terra in cui è nato e vive, la Calabria. Scrive per Pensiero Verticale da diversi anni, credendo fermamente nella direzione intrapresa dalla redazione, volta a rappresentare uno spazio di pensiero libero e confronto, contrapposto all’omologazione culturale del mondo contemporaneo.