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Un Battisti “esoterico” nell’ultimo libro di Marco Rossi

| Indomita |

“Sono solo canzonette”, cantava qualcuno a proposito di certa musica pop. In realtà in alcuni casi
dietro c’è molto di più e per comprenderlo basterebbe leggere i testi con occhio critico, interpretarli
consapevolmente e seguire gli spunti di riflessione che le parole musicate propongono.
Lo ha fatto, quanto a Lucio Battisti, il giornalista Marco Rossi, autore del volume recentemente
pubblicato con Cinabro edizioni intitolato “Volando intorno alla tradizione. Lucio Battisti fra musica ed esoterismo”.

NON CANZONI, MA POEMI MUSICALI
Si tratta di una lettura molto interessante che non manca di approfondimenti filosofici e quadri storici in cui inserire l’esegesi dei brani del celebre musicista di Poggio Bustone. Una lettura che, spiega la quarta di copertina, accompagna in un percorso di decifrazione dei “significati interni ed interiori” dei testi di Battisti “che si nascondono dietro quelli più esterni ed esteriori”. Significati che, pagina dopo pagina, rivelano che i brani di Battisti non sono semplicemente canzoni ma anche “poemi musicali capaci di veicolare principi e valori di ordine universale e metafisico”.

ANTIDOTO AL PENSIERO UNICO
Come scrive nell’introduzione Francesco Tricarico, Battisti “aveva capito che se una scintilla divina non l’avesse sfiorato non sarebbe mai riuscito a fare della musica una materia viva capace di risvegliare i cuori e le emozioni più profonde, immutabili ed eterne”. Ecco, quelle emozioni, espresse “con cuore puro e cristallino”, sono diventate l’efficacissimo tramite per tramandare una visione del mondo costruita su riferimenti ontologici e valoriali che, sottolinea Mario Bortoluzzi nel suo contributo che completa il volume di Rossi, rappresentano strumenti di fondamentale importanza per chi vuole mettere in atto, ora come allora, una “resistenza all’offerta oscena dei disvalori del mondo moderno e alle sue lusinghe falsamente democratiche e invece, di fatto, totalitarie”. Leggere il bel libro di Marco Rossi, in conclusione, aiuta a capire meglio non solo l’opera di Battisti (e, non dimentichiamolo, di Mogol, che con il musicista ha avuto una lunga e proficua collaborazione) ma anche, forse, noi stessi e il nostro tempo.

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