Una comunità in cammino. Fino al sogno
Nella storia degli uomini vi sono momenti nei quali il destino si manifesta. E il suo manifestarsi è inesorabile, al quale sottrarsi assume il significato di una vita sconfitta che sporca il sangue di chi ci ha preceduto, e ne dissacra il futuro di chi verrà.E’ allora che dalle tenebre arriva un grido disperato…un grido al quale rispondere significa sacrificare se stessi.
Noi abbiamo sacrificato i nostri desideri per donare la nostra vita per i nostri sogni.
Tuttavia, il cammino è aspro, e la sofferenza ne è compagna inseparabile.
Ma nonostante ciò i nostri cuori non saranno mai lacerati, ne scalfiti, poichè nella sacralità della nostra visione comunitaria e spirituale, ci siamo rifugiati per poi partire all’attacco.
Il tempo delle rimembranze e dei riposi è finito.
Abbracciamo il nostro destino, grati di poter donare la nostra vita per esso. Poichè il mondo che ci attende, il mondo che dovremmo combattere non ha più un destino ma solo una fine.
Il tempo è un dono meraviglioso che ci viene concesso, e la nostra vita sarà il nostro dono al tempo.
E siamo qui, uniti, in una trincea senza seconde file, per rispondere al destino che noi ci siamo stati, che ci siamo e ci saremo, poichè lla fine dei nostri giorni noi dovremo rendere conto del tempo che abbiamo avuto e che abbiamo sfruttato.
La nostra comunità viene edificata sui sogni prima che sulle semplici volontà.
Le volontà sono schiave dello scorrere dei secondi ; i sogni sono, invece, i padroni di quei secondi.
Noi viviamo una vita per un solo secondo, perchè la rivoluzione si alimenta di essi.
La vita cambia in un solo secondo , e la volontà della nostra comunità è quella di plasmare in una vita uomini che in quel secondo, proprio in quel veloce ed eterno secondo,grideranno alla faccia del fato: PRESENTE!
E in questa danza di intenti, che allora abbracciamo le tradizioni come labari logori intrisi del sangue dei nostri avi.
Pronti per traghettare le anime nel nuovo millennio fatto di apparenze e possessioni, ma senza essenze nè conquiste.
Riscopriamo nell’abbraccio col nostro compatriota la vera essenza di ciò che ci è stato portato via, dilaniato da questa corsa forsennata all’oblio spirituale.
E’ volontà della nostra trincea, della nostra comunità, preparare le generazioni di oggi e quelle che verranno, a vivere quel secondo….quel secondo di riscatto di onore e libertà che sarà lo spartiacque tra il mondo dei sognatori, e quello di coloro che bramano.
Sarà una lotta lunga, durante la quale non ci sarà riposo e le gioie saranno poche, ma negli sguardi dei fratelli troveremo riposo e linfa vitale.
Poichè il nostro cuore sia il custode della “nemesi” tanto invocata dalla nostra Patria, e dalle nostre tradizioni. Tradizioni che non esigono folkloristiche espressioni fugaci di appartenenza ma adattamento alle ere che verranno.
Perchè gli errori del passato non siano più macigni da portarci addosso come croce fino al Golgota, ma siano di monito per le albe che verranno e che ci aiutino ad edificare una idea nuova, verace, sublime e unica, legata sì al passato delle radici più pure ma capace di liberarsi da quelle che avevano attecchito alla pietra , e dai rami secchi, retaggi ottusi di un secolo ormai lontano.
Fedeli, rinnovati e unici ci affrettiamo ad abbracciare il nostro sogno, che colmerà di vita e colore il nostro domani.
In marcia, amici. Non perdiamo tempo, poichè quel secondo aspetta noi. Cavalcheremo gli uni accanto agli altri nel tempo eterno che intercorre tra un secondo e l’altro.
Fino al sogno, fino alla fine.